Demenza: riconoscere e rispondere in modo efficace al dolore fisico

Hai mai pensato che il rifiuto del cibo, la reattività o l’irrequietezza del tuo caro che vive con demenza, possono essere un modo attraverso il quale sta cercando di esprimere dolore fisico?
Il dolore è un’esperienza universale che ognuno esprime in modo personale e unico, ma per le persone con demenza, può essere particolarmente difficile da riconoscere e comunicare. In questo articolo, esploreremo come identificare il dolore fisico nel tuo caro che vive con demenza e come puoi aiutarlo in questi momenti di sofferenza.
Gli studi scientifici hanno dimostrato che la malattia non compromette la percezione dello stimolo doloroso: la persona con demenza prova dolore, ha però difficoltà nell’esprimere verbalmente quanto male prova e nel dire in quale parte del corpo specifica. I segnali non verbali che utilizzano per manifestare il dolore potrebbero non corrispondere a quelli che ci aspettiamo, rendendo non facile riconoscerlo, oppure potrebbero essere fraintesi.
Ad esempio: un insolito battere con le mani sulle orecchie, potrebbe essere il segnale di dolore in quella parte del corpo; tua mamma continua a togliersi una scarpa, l’aiuti a indossarla e dopo poco la sfila di nuovo; tuo marito questa mattina sembra proprio non volersi alzare e ti respinge quando provi ad avvicinarti e spostare le coperte; il tuo caro “vocalizza” e non sai che cosa fare, oppure la persona di cui hai cura cammina senza sosta entrando in tutte le stanze di casa.
Come il comportamento della persona con demenza può essere causato da dolore fisico.
Il dolore non è solo una sensazione fisica, ma un’esperienza emotiva complessa. Quando una persona con demenza prova dolore, in particolare quando la malattia è già in uno stadio avanzato, vive in modo particolarmente intenso questa percezione.
Questi sono alcuni comportamenti ed elementi che potresti osservare nel tuo caro e che possono essere il segnale di sofferenza fisica:
- lamenti o gemiti
- espressioni facciali come corrucciare la fronte, smorfie, espressioni di paura o spavento
- tensione o rigidità del corpo (mani chiuse a pugno)
- protezione di una parte del corpo
- pianto o grida
- movimenti “a dondolo”
- rifiuto di mangiare, togliere la protesi dentaria o rifiutarla
- espressioni di rabbia e reattività
- persona particolarmente silenziosa
- rifiuto della cura o di svolgere attività (non volersi sedere, indossare abiti o spogliarsi…)
- persona inconsolabile
- confusione crescente
- frequenza cardiaca o una pressione sanguigna più elevate rispetto al solito
- respiro affannoso
- sudorazione, aspetto arrossato (pelle arrossata e macchiata) o aspetto molto pallido
- camminare senza sosta
La persona con demenza, che non dispone dell’abilità del ragionamento logico, prova dolore in tutta la sua intensità e con tutte le emozioni che lo possono accompagnare. È probabile quindi che la sua sola possibilità di esprimere e di raccontarci quello che prova, avvenga attraverso il suo comportamento che diventa quindi una forma di comunicazione.
Inoltre il comportamento può anche essere il miglior tentativo con cui il tuo caro cerca di trovare una soluzione naturale ed efficace al suo dolore. Prova a pensare cosa faresti tu se fossi al suo posto: se avessi mal di testa o mi girasse la testa, non vorrei alzarmi dal letto, rifiuterei aiuto per alzarmi o per cambiare posizione, non sopporterei la luce e la voce di persone che mi parlano, ecc.
Cinque elementi fondamentali da osservare per comprendere se la persona con demenza prova dolore fisico.
Per allenare il tuo “sentire” parti da te stessa/o. Prendi consapevolezza: chiudi gli occhi e ripensa a un momento in cui hai provato un dolore acuto. Come ha reagito il tuo sistema corpo-mente? Com’erano la tua espressione facciale, la postura, il tuo respiro e quali emozioni hai provato? Questi segnali corporei sono universali e possono aiutarti a comprendere meglio il dolore altrui.
In questa breve esperienza hai potuto ripercorrere e osservare ciò che accade a tutti gli esseri umani, alcune espressioni corporee universali del dolore, che includono segnali evidenti come contrazioni muscolari, smorfie facciali, respirazione affannosa, lamenti e posizioni del corpo che “si chiude su se stesso” per proteggere proprio la parte dolente. Anche se ogni individuo può reagire al dolore in maniera unica, questi segnali condivisi ci permettono di comprendere e riconoscere il dolore altrui, facilitando la comunicazione e il supporto.
Sono proprio questi i cinque elementi fondamentali che puoi monitorare per dedurre la presenza di dolore nella persona con demenza:
- l’espressione del viso: il viso contratto, la fronte corrugata o smorfie possono indicare dolore
- l’atteggiamento del corpo: posizioni chiuse o movimenti inquieti possono rivelare un malessere profondo
- lamenti verbali: suoni involontari o vocalizzazioni possono essere segnali di dolore
- il respiro: un respiro affannoso o rapido può segnalare un livello elevato di stress o dolore
- la consolabilità: se ti accosti al tuo caro con gentilezza e gli offri il tuo conforto, i comportamenti precedenti proseguono o si interrompono? È probabile che in presenza di un forte dolore, anche il supporto di un familiare non sia sufficiente ad attenuare le sue percezioni dolorose.
Tieni inoltre presente che anche cambiamenti improvvisi nelle relazioni interpersonali o nelle abituali attività, così come anche modificazioni improvvise dell’umore, possono già essere degli indicatori che qualcosa sta accadendo ed è bene indagare per accertarsi di poter intervenire per restituire alla persona il suo benessere.
Conseguenze del mancato riconoscimento e valutazione del dolore.
Ogni cambiamento nel comportamento abituale può essere un segnale di dolore che è fondamentale valutare per evitare:
- aumento della sofferenza: il dolore non adeguatamente curato può portare a un aumento della sofferenza fisica e psicologica;
- declino cognitivo accelerato: il dolore cronico può contribuire a un ulteriore declino delle funzioni cognitive;
- “disturbi comportamentali”: la mancata cura del dolore può manifestarsi attraverso agitazione, aggressività e altri “disturbi del comportamento”;
- riduzione della mobilità: il dolore non adeguatamente curato può limitare la mobilità, portando a una maggiore dipendenza e a un peggioramento della qualità della vita;
- depressione e ansia: il dolore cronico non curato è spesso associato a un aumento dei sintomi depressivi e ansiosi;
- disturbi del sonno: il dolore può interferire con il sonno, peggiorando lo stato di salute generale.
Come familiare, puoi fare la differenza osservando attentamente il tuo caro e prestando attenzione ai segnali di dolore. Così facendo, non solo proteggi la sua salute, ma gli restituisci la dignità di essere umano e contribuirai a ridurre i pregiudizi: quante volte ti sei detta/o o hai sentito dire che “fa così perché ha la demenza e non si può fare niente”, non lasciare che questi pensieri soffochino il tuo intuito e ascolto rispetto al sentire che “c’è qualcosa che non va”.
Valutare il dolore in una persona anziana con fragilità cognitiva rappresenta una sfida, perché ci chiama ad esplorare qualcosa che la persona non racconta con le parole. Abbiamo visto che per farci arrivare il suo messaggio di dolore, attinge ad un linguaggio speciale che potrai cogliere solo se sarai disposto ad osservare attentamente, a cercare con cura e scrupolo.
Ripercorri la storia di vita del tuo familiare per riconoscere i segnali di dolore fisico.
Ripercorrere la storia di vita del tuo familiare, può aiutarti a ricordare come esprimeva dolore e come ne ha sempre avuto cura. Riconoscere l’unicità del tuo caro, ti aiuta a riconoscere i segnali che indicano dolore, disagio o angoscia.
Considera anche le condizioni mediche preesistenti come potenziali cause di dolore cronico. Come artrite, ulcere, piaghe da decubito, interventi chirurgici recenti, lesioni e cadute sia recenti che passate, stitichezza, dolori toracici, emicranie e mal di testa… sono tutte possibili condizioni che possono causare un certo livello di dolore costante, anche quando la persona non è in grado di comunicare il proprio disagio.
Essere consapevoli di questi aspetti può fare la differenza nella qualità della vita della persona di cui hai cura.
Come aiutare il tuo caro.
Ognuno di noi è diverso, quindi potrebbero essere necessari alcuni tentativi o combinazioni per trovare la risposta efficace al dolore fisico. Se pensi di aver compreso cosa sta provocando dolore, prova con i rimedi che sono sempre stati efficaci per il tuo caro: un massaggio per sciogliere le articolazioni rigide e i muscoli tesi, una borsa riscaldante o un impacco freddo (evitando il contatto diretto per proteggere la pelle), aiutare a cambiare posizione (sedersi o sdraiarsi in posizioni diverse con il sostegno di cuscini), la bevanda preferita, rendere l’ambiente più calmo e rilassante.
Il controllo del dolore è essenziale per la qualità della vita e in molte situazioni, oltre ai trattamenti non farmacologici, potrebbe rendersi necessaria una terapia antidolorifica.
Quando hai escluso altre possibili cause di comportamenti insoliti e leggi segnali di sofferenza, puoi informare il medico di riferimento comunicandogli il sospetto che la persona provi dolore e rivolgerti a professionisti del settore sanitario per ottenere consigli specifici e personalizzati.
Ricorda sempre che la tua attenzione e il tuo affetto possono fare la differenza nel riconoscere e alleviare la sofferenza di chi hai cura. È fondamentale dedicare tempo e ascolto, poiché spesso le persone non esprimono verbalmente il loro dolore, ma i segnali non verbali possono rivelare molto. Ogni piccolo gesto di cura e supporto può contribuire significativamente al benessere del tuo caro. Attenzione e gentilezza possono trasformare anche i momenti più difficili.
Ricorda di avere cura anche di te stesso e di prestare ascolto ai segnali del tuo corpo. Essere un supporto per qualcun altro può essere emotivamente e fisicamente impegnativo. Assicurati di avere il tempo e le risorse necessarie per mantenere il tuo equilibrio e la tua salute, in modo da poter offrire il miglior sostegno possibile.
APPROFONDIMENTI
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