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  • Attenti a quei due: focus su dolore e demenza attraverso l’uso delle scale VRS e PAINAD

Sente-Mente®

04 Apr

Attenti a quei due: focus su dolore e demenza attraverso l’uso delle scale VRS e PAINAD

  • By Letizia Espanoli
  • In Sente-Mente®
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“L’ambito di quel che pensiamo e facciamo è limitato da ciò che non notiamo” R.D. Laing

Caro lettore, ti invito ora a vivere un’esperienza insieme.

Sospendi la tua attività del momento presente. Ricerca una posizione comoda da seduto o sdraiato, in un ambiente tranquillo. Focalizza progressivamente l’attenzione sul tuo respiro. Senti l’aria che entra attraverso le narici, la gola, i bronchi, espandendo la tua gabbia toracica e senti l’aria che esce. Cerca di stare nel tuo ritmo di respirazione, quello che ti è più naturale. Ora aumenta per un attimo il ritmo della tua respirazione, senti la fatica. Ora ritorna al tuo ritmo naturale. Successivamente porta l’attenzione a tutto il tuo corpo, cerca di comprendere come ti senti, i pensieri che si sono creati, le sensazioni del tuo corpo, le emozioni e lentamente scrivi le parole e le percezioni che hai avvertito, su un foglio. Questa esperienza vivila allo stesso modo con la tua voce e i suoi mutamenti (voce a tono alto-basso, ritmo veloce-lento, espressioni positive e negative come il lamento), il tuo viso e i cambiamenti di espressione (smorfie, sorriso, stringere i denti…) e tutto il tuo corpo, variando la postura e lo stato di rilassamento-tensione dei tuoi muscoli (corpo rilassato, in tensione, accovacciato, supino).

Sperimentare questa esperienza e crearsi un’abitudine può allenare gradualmente la capacità e la possibilità di “percepire il proprio corpo” e allenare la creatività, nonché il saper utilizzare progressivamente quell’intelligenza profonda che è in noi, sviluppando così un corpo più armonico e sensibile.

Perché proporre questa esperienza? Allenare i professionisti della cura e i familiari di persone che provano dolore a saper entrare in relazione restando in contatto con le proprie sensazioni corporee e con le emozioni, risulta essere fondamentale per il loro benessere e per rendere il processo di accertamento quanto più umano, fluido e completo. Spesso come professionisti crediamo che l’accertamento sia una mera raccolta di dati o numeri, in realtà è qualcosa di più, che fa capo all’esserci.

Questo perché talvolta può risultare faticoso per il carepartner (professionisti della cura, familiari, volontari) dare ascolto alle proprie emozioni e ascoltare ciò che il corpo ci racconta durante il processo di accertamento del dolore della persona che assistiamo.

Non è semplice spostare la nostra attenzione e la nostra preoccupazione dal dolore, dal sintomo, dalla tecnica, alle opportunità della vita e degli istati di vita, spesso infatti può capitare che si sia molto più attenti all’ “eliminare il dolore” piuttosto che condividere emozioni e sensazioni, oltre il sintomo. Le mie parole vogliono andare oltre qualsiasi tipo di giudizio, hanno l’obiettivo di aiutare a dirigere la consapevolezza da uno stato di allarme ad uno stato di ricerca, ascolto, osservazione, evoluzione. Passiamo così dalla condizione in sé a fotografare il processo.

“Il paradiso è là, dietro quella porta, ma ho perso la chiave. Forse ho solo dimenticato dove l’ho messa.” K. Gibran

Per fare ciò ci aiutano proprio le scale di valutazione, in particolare le osservazionali, che possiamo usare come strumento di conoscenza, anche di noi stessi:

La scala verbale dell’intensità (VRS) consiste di una lista di aggettivi che descrivono i livelli di intensità del dolore ed è la più raccomandata per le persone anziane con declino cognitivo moderato. Nella quotidianità si è visto che per alcune persone si rende necessario usare due scale, per rendere l’accertamento quanto più completo e preciso, quindi integrare la VRS con una scala osservazionale, come può essere la PAINAD, la scala che ha ottenuto più evidenze in termini di efficacia.

La scala PAINAD è stata sviluppata precisamente per valutare il dolore nelle persone che convivono con la demenza avanzata.

E’ una scala semplice da comprendere, con item ben definiti e rapida nell’esecuzione. Qui sopra, la foto della traduzione italiana a cura di Katia De Biasio e di Letizia Espanoli. Come vediamo è composta da 5 items che sono: le caratteristiche della respirazione, definite attraverso alcune tipologie di respiro e lo sforzo, le note negative della vocalizzazione, l’espressione facciale, lo stato di rilassamento o tensione del corpo e la capacità di consolazione. A seconda dell’intensità o della tipologia delle caratteristiche descritte viene attribuito un punteggio numerico che ci permette poi di osservare nel tempo la presenza o meno di dolore.

L’obiettivo del processo di gestione del dolore in questo senso è sicuramente riconoscere, trattare prontamente e monitorare nel tempo il dolore, tuttavia in questo articolo vorrei portare in luce elementi, che spesso rimangono in ombra, ma che, se ci diamo il permesso di coltivarli e nutrirli, possono creare nuove occasioni per dare voce al nostro sentire.

Secondo Goleman e Davidson in genere noi notiamo qualcosa di insolito soltanto per il tempo necessario ad assicurarci che non costituisca una minaccia, o semplicemente per classificarlo; quindi l’assuefazione ci permette di risparmiare energia del cervello, non prestando più attenzione a quella cosa non appena riconosciamo che è sicura e familiare. Il sistema reticolare attivatore o RAS (reticular activating system) è uno dei circuiti relativi all’attenzione. Focalizzandoci sui suoni, visioni, percezioni, emozioni, sensazioni, gusti, la nostra pratica della consapevolezza trasforma ciò che è familiare in qualcosa di nuovo e intrigante.

Le scale di valutazione osservazionali (PAINAD in questo caso) in questo senso assumono un valore aggiunto: oltre a darci una mappa per orientarci nella raccolta dati, ci aiutano ad essere nella relazione con l’altro accompagnandoci nell’ascolto e conoscenza di noi stessi.

Come dice Jon Kabat-Zinn riferendosi alla consapevolezza “forse lasciando andare il desiderio che succeda qualcosa di speciale riusciamo a renderci conto che qualcosa di speciale sta già accadendo: è la vita, che emerge in ogni momento sotto forma della consapevolezza stessa.” Allo stesso modo se lasciamo andare il desiderio imperante di raccogliere “misure”, ci possiamo anche stupire che qualcosa di speciale sta già accadendo.

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Letizia Espanoli
Esperta e formatrice di organizzazioni.

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