Il perdono è la chiave per rinnovo e vitalità
Perdonare. Fin da piccoli ce l’hanno insegnato, il perdono rende “buoni”. Perdonare è un atto di generosità verso chi ci ha fatto del male; perdonare significa cancellare l’offesa, il torto subito. E chi riesce a perdonare è una specie di eroe, un santo che va oltre al dolore o alla delusione sperimentata. Ma la domanda è: “E’ questo il perdono?”. Gli studi scientifici allargano notevolmente la forbice delle implicazioni che sono insite nel perdono regalando a questa capacità umana una veste molto più ampia. Nell’articolo “Il perdono è la chiave per rinnovo e vitalità” porteremo l’attenzione a come il perdono può liberare e trasformare la tua vita, utilizzando anche due esperienze che diventeranno il punto di partenza per andare oltre le difficoltà che senti o che forse non hai ancora archiviato.
Subire un’azione, un’ingiustizia, un danno
A volte le persone vivono situazioni nelle quali si sentono ferite, amareggiate e deluse per gli accadimenti che nella vita si stanno verificando. Altre volte siamo noi stessi che ci affossiamo dentro a situazioni che risultano negative per la nostra crescita, per l’autorealizzazione e per il nostro benessere. Altre ancora sono altre persone che con le loro azioni ci portano in un mondo di fatica, dolore, inganno e ingiustizia.
Sappiamo che gli eventi arrivano a scompigliare le carte della vita, li sentiamo, li viviamo; quello che a volte non consideriamo è che ogni evento è solo un pezzo di questo percorso e che trattenere a lungo le sensazioni da essi generate significa far lievitare il disagio e vivere con il rischio di “scoppiare” ad ogni istante.
Riesci ad immaginare la vita come un fiume? Quelle volte in cui ci aggrappiamo a emozioni negative e non riusciamo ad andare oltre alla situazione è come se trattenessimo i detriti di un disastro dentro al corso dell’acqua. E man mano questi detriti si ammassano, ostacolano il flusso naturale del fiume che fatica a mantenersi nel suo letto e che alla prima piena esonderà travolgendo tutto e tutti. E ancora, non credo che serva ricordare a nessuno che la pulizia del letto del fiume è la prima azione di igiene ambientale per la salvaguardia del territorio.
Cosa significa tutto questo? Quando portiamo rancore o risentimento, ci costringiamo a vivere nel passato, limitando la nostra capacità di gioire del presente e di guardare al futuro con speranza. In quei momenti siamo un po’ come il fiume che per gli eventi precedenti trattiene sul suo greto tutti i detriti da essi prodotti. Ci impediamo di scorrere liberi e puliti e ci neghiamo l’intenzionalità di riportare vitalità e freschezza nella nostra esistenza.
Ecco, questa è l’immagine del perdono. Un fiume che corre nel suo letto, la cui ghiaia lascia correre libera l’acqua cristallina che arriva dalle montagne e che accoglie dentro di essa un mondo fatto di genuina bellezza. Tutt’intorno la natura, fatta di piante, fiori e frutti, cresce con l’energia che da esso arriva. E se la montagna frana, qualche ruspa, azioni competenti e nuove progettualità, riportano pian piano la situazione in condizione di sicurezza.
E la tua vita, a quale immagine fa riferimento ora, mentre stai leggendo questo articolo?
Il perdono porta con sè effetti speciali
Perdono non significa giustificare l’offesa. Se lo osservi bene, il perdono, che è spesso ancora visto come un atto di generosità verso gli altri, si trasforma in un dono che facciamo principalmente a noi stessi. In quest’ottica il perdono è un atto di liberazione che ci consente di ricominciare. E’ una scelta consapevole, capace di restituire vitalità alla nostra vita. Perdono significa lasciar andare il peso di ciò che ci ha ferito, di alleggerirci.
Questo processo non solo libera la mente da pensieri tossici, ma riaccende anche la nostra energia vitale. La scienza conferma che il perdono è associato a una serie di benefici psicologici e fisici, tra cui la riduzione dello stress, maggiore autostima e relazioni più sane. Il perdono non è solo un gesto, ma diventa uno stile di vita. Esso ti permette di ripulire il tuo fiume da emozioni faticose non necessarie, ti permette di vivere pienamente, di amarti e di amare gli altri. E con ogni atto di perdono, puoi riscoprire la gioia e la freschezza che ti rendono meravigliosamente vivo.
E allora, se il perdono è la chiave del rinnovo e della vitalità, sei pronto per la nostra prima esperienza di oggi?
Per-donarsi
E’ l’ora dell’allenamento verso il nostro divenire capaci di ripartire quando il “tempo del perdono” bussa alla nostra porta. E’ il momento di comprendere come, cambiare la narrazione rispetto alle esperienze che viviamo, ci può rendere più pronti ad accogliere la vita nella sua dualità. Seguimi in questo esercizio che allena la consapevolezza e ti porta un passo più in là verso l’abbandono del giudizio e della reattività che sono, a volte, i precursori della tua incapacità a perdonare.
In questa settimana prenditi un’ora di tempo per te (lo puoi suddividere anche in più frazioni), una penna e il tuo quaderno. E poi:
-apri il tuo quaderno e inaugura la raccolta (una pagina che raccoglie, una lista) delle “Situazioni in attesa di perdono”
-metti una bella musica che ti porti a vivere una sensazione di positività
-invita il tuo pensiero a ripercorrere il tempo di questo mese di ottobre alla ricerca di alcune piccole situazioni nelle quali hai sentito di non aver lavorato al meglio, di aver sbagliato qualcosa, di aver vissuto qualcosa che senti di doverti ancora perdonare; vai alla ricerca di situazioni che si sono verificate per tua responsabilità
-raccoglile in un elenco puntato, nominando solo la situazione (ad esempio, sono partita in ritardo…) e la conseguenza che ne è derivata (… e così ho fatto arrivare in ritardo anche la mia collega)
-in un secondo tempo (ad esempio qualche minuto al mattino mentre ti prepari il caffè) riprendi ogni voce su una pagina nuova del quaderno sempre intitolata “Situazione in attesa di perdono 1, 2, 3…”: racconta semplicemente la situazione nella cronologia dei fatti. Sii concreto, non più di 3 righe.
-sotto ad ogni descrizione scrivi “Azioni di Miglioramento e di Perdono” e lì inizia a scrivere azioni migliorative. Ricordati di tornare alla pagina ogni volta che senti un modo utile per lavorare sulle tue difficoltà, sulle criticità da perdonare, per tenerne traccia. Portati ad abbandonare la ricerca della perfezione (e dilatare la prospettiva della perfettibilità), a sperimentare azioni e sensazioni di autoefficacia, ad accogliere le tue debolezze e a lavorare per migliorarti ogni giorno
-e poi sperimenta nuove strade, nuovi modi, nuove opportunità per colmare il divario tra te e la persona che vuoi diventare.
In questo modo potrai allenare la consapevolezza delle tue azioni quotidiane. Perdonarsi è darsi il permesso di crescere e sarà più facile sapendo che stai lavorando per migliorarti ogni giorno.
Aprirsi al perdono
Quando ti apri al perdono verso te stesso sei più predisposto anche per perdonare le persone che stanno intorno a te. La compassione che dal perdono scaturisce dilaga anche verso gli altri e questo ti aiuta a divenire più aperto alla umanità, alle debolezze e alle difficoltà che ognuno di noi è chiamato a vivere.
E se allenarsi al perdono verso di noi costruisce tratti più ricchi in umanità e vicinanza, questo ci porta direttamente alla prossima esperienza. Fà così:
Una domanda che salva la relazione
Quando ti trovi davanti a situazioni particolari che feriscono, che ti fanno sentire in difficoltà o che ti richiedono sforzi importanti e senti il moto del giudizio salire in gola, fermati.
Fai un respiro, conta almeno fino a 5 e portati a congelare l’istante per accendere le “Domande Faro” sulla situazione e per trovare le risposte che ti possono portare a comprendere il momento prima di emettere un giudizio senza appello.
Le “Domande Faro” servono per far luce sull’accadimento evidenziando le motivazioni per cui le persone hanno agito in questo modo. Utilizzale, espandile, moltiplicale per evidenziare anche situazioni che non avevi calcolato, risposte alternative alla tua idea, altre prospettive e visioni del momento. Ad esempio domandati: “Cosa lo ha spinto ad agire cosi?” “Potrebbe non aver avuto la giusta informazione?” “Potrebbe ritenere la situazione più o meno grave e quindi aver agito con altre finalità?
Potrebbe? Avrà magari… Sarà stato… Cosa? Quando? Come? Aggiungi domande, comprendi che nella maggior parte dei casi le persone agiscono con il principio della beneficialità. Espandi la tua capacità di andare oltre e di comprendere cosa muove i passi dell’altro. E di perdonare.
Il perdono è la chiave per rinnovo e vitalità
Attraverso il perdono liberi spazio vitale che ti permette di poter sperimentare nuove esperienze, emozioni positive e relazioni significative. Esso è un passo verso la costruzione di vitalità, consapevolezza e soddisfazione.
Solo allora abbracciare il perdono significherà permetterti vivere pienamente, saperti amare e di amare gli altri. E, lo ripeto, con ogni atto di perdono, puoi riscoprire la gioia e la freschezza che ti rendono meravigliosamente vivo.
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