Demenza: rifiorire come caregiver

Vivere il lato emotivo dell’essere accanto può essere molto difficile, se non ancor di più, rispetto all’impegno fisico. Avere cura del proprio caro che vive con demenza può sembrare una prova di stress continua. Come caregiver puoi rifiorire e prosperare, puoi cominciare a creare le basi per lasciare andare il 2024 con gratitudine e preparati a vivere il nuovo anno con più serenità.
Riuscire a ridurre questo stress protegge dal burnout, da importanti problemi di salute e, dall’altra parte, migliora la qualità della vita, cosa che sicuramente meriti. Per questo è importante trovare modi semplici per essere gentili con se stessi e potersi sentire rapidamente un po’ meglio. Uno strumento potente per ridurre lo stress e che puoi iniziare a usare fin da subito è un dialogo interiore positivo.
Il dialogo interiore che ti permette di rifiorire.
Siamo tutti abituati a parlare con noi stessi in continuazione: il dialogo interiore è la voce, o meglio le voci che rivolgiamo alla nostra mente, spesso senza accorgersi completamente. Eppure fa molta differenza rispetto al nostro benessere: il dialogo interiore negativo ci fa sentire male con noi stessi e con ciò che riguarda la nostra vita, ci abbatte e solitamente rende le persone piuttosto infelici. Al contrario, il dialogo interiore positivo ci fa sentire bene con noi stessi e nelle diverse aree della tua vita. È la voce ottimista che ci permette di rivolgere lo sguarda al lato positivo e alle opportunità.
Come nutrire pensieri efficaci
Ecco alcuni esempi che accompagnano a trasformare un pensiero negativo che rischia di trascinarti in una sensazione di impotenza o senso di colpa, in un dialogo più positivo che ti conduce al momento presente e a guardare al futuro con speranza:
- “Avrei dovuto sapere che papà ha un’infezione alle vie urinarie, come ho fatto a non accorgermi?” diventa: adesso so quali sono i segnali che possono indicare un infezione alle vie urinarie. Farò del mio meglio in futuro per cogliere segni di disagio fisico e dolore e garantire il benessere di papà.
- “Sono una pessima figlia, non riesco nemmeno a convincere la mamma a farsi la doccia” diventa: possono esserci tanti motivi per cui la mamma non vuole fare la doccia. Voglio comprendere perché e trovare un modo diverso e piacevole per lei e anche per me.
Per ridurre lo stress, cerca di ridurre la quantità e l’intensità del dialogo interiore negativo, aumentando invece quello positivo.
Dai pensieri negativi fai rifiorire domande utili
Ripeterti “non ce la faccio!” o “non c’è niente che posso fare”, aumenta la tua fatica e ti impedisce di cercare soluzioni. Questi pensieri limitano la possibilità di trovare risposte efficaci. La prossima volta che pensi qualcosa del genere, trasformala in una domanda. Ad esempio se ti dici “Non sono in grado di gestire i momenti di ansia della mamma”, trasformalo in “non ho ancora trovato il modo migliore per aiutare me e la mamma a superare i momenti in cui prova ansia. Cosa posso fare di diverso? Cosa non ho ancora provato a fare? Come posso capire cosa le fa sperimentare disagio?” Questi pensieri e domande proattive ti aiutano a trovare soluzioni.
Il pensiero da stanare è “Tutto quello che faccio non ha valore, tanto la malattia peggiorerà comunque” e sostituirlo con “Ogni gesto che compio ha valore per la felicità e la serenità della persona di cui ho cura” – Letizia Espanoli
Rifiorire con gentilezza, autocompassione, gratitudine, speranza.
Avere cura del tuo caro che vive con demenza è dura: fisicamente, mentalmente ed emotivamente. Il modo in cui trattiamo noi stessi può aumentare lo stress che rende solo più faticoso l’impegno di essere accanto e continuare a prendersi cura di qualcuno nel lungo periodo, rischiando di sgretolare l’affetto per la persona amata e le relazioni in famiglia.
La stanchezza è il terreno su cui coltivare rabbia, risentimento, amarezza invece che bontà, compassione ed empatia – R. Shlim
Puoi avere cura di te con quattro moschettieri che proteggeranno il tuo benessere: gentilezza, autocompassione, gratitudine, speranza.
Sii gentile con te stessa/o.
Nell’essere accanto al proprio caro che vive con demenza ci si può sentire in colpa, invece di avere autocompassione, diventiamo duri con noi stessi. È naturale. Vuoi il meglio per il tuo caro e per questo ti stai spingendo al massimo. E se la gentilezza verso te stessa/o fosse l’ingrediente che ti permette di rifiorire e un potente antidoto alla stanchezza?
Se ti sembra di non riuscire ad essere gentile con te stesso e ti sembra più facile essere gentili con gli altri, prova questa strategia. Parla a te stesso come faresti con un amico. Ad esempio, se ti trovi a pensare “Non riuscirò mai ad aiutare papà come fa il fisioterapista”, prova a cambiare questa frase. Immagina cosa diresti a un amico nella stessa situazione per incoraggiarlo, e sostituisci il nome del tuo amico con il tuo. Ad esempio: “Anna, puoi chiedere al fisioterapista di insegnarti come aiutare papà”.
Non farti mancare la dose necessaria di flessibilità per attraversare i momenti sfidanti: quando ci ostiniamo a voler spiegare e con il ragionamento portare l’altro a comprendere, l’unico risultato che possiamo ottenere è quello di aggiungere altra confusione nella sua testa. Flessibilità è anche la capacità nei momenti sfidanti di mettere uno spazio fisico tra te e il tuo caro, per poterti ricaricare e rifiorire con una respirazione. Ad esempio: inspiro forza e mi sento più sereno; inspiro energia per attraversare questo fiume in piena; inspiro compassione e sento una grande tenerezza che sostiene i miei gesti. Potrai tornare accanto per incontrare nuovamente il tuo caro in uno stato di calma e accoglienza.
Scopri come l’autocompassione ti accompagna a rifiorire.
Conosci tra le tue sensazioni interiori quella dell’auto-compassione? Essa è la capacità di rivolgere a noi stessi uno sguardo di delicatezza, gentilezza, cura. È un pensiero fatto di tenerezza per noi stessi. Siamo così spesso impegnati ad avere cura degli altri, da perdere di vista quanto, abbiamo bisogno di creare la nostra “stazione di servizio”, di ricaricare la nostra energia vitale, di fare silenzio dentro noi stessi e nutrire la nostra parte migliore. Dedicare un po’ di tempo a noi stessi ogni giorno è un ottimo modo per sviluppare capacità di comprensione delle nostre emozioni. Lasciare che la nostra mente si posi su uno spazio gentile può cambiare immensamente il modo in cui ci sentiamo e reagiamo alle nostre emozioni. È il terreno da coltivare per rifiorire.
Ogni volta che ti senti fragile nel tuo sentire, impara ad abbracciare e a cullare le tue emozioni con molta tenerezza. Letizia Espanoli
La psicologa Kristin Neff parla di autocompassione. I risultati delle sue ricerche dicono che le persone compassionevoli verso se stesse hanno meno probabilità di essere depresse, ansiose o stressate. Hanno anche maggiori probabilità di essere felici, resilienti e ottimiste riguardo al futuro. Avere autocompassione significa fondamentalmente essere più gentili e perdonare sé stessi nei momenti di fallimento o sofferenza: un modo sicuro per sentirsi meglio, indipendentemente da ciò che accade intorno a noi.
Ripercorri il 2024 con gratitudine.
Puoi ripercorrere l’anno passato da due prospettive molto diverse. Da un lato, ci si potrebbe soffermare sulle difficoltà e le sfide incontrate, come la fatica di gestire i momenti di confusione e agitazione del tuo caro. Questo pensiero, per quanto comprensibile, può far sembrare l’anno solo un lungo e difficile viaggio.
Tuttavia, scegliere di focalizzarsi sugli aspetti positivi e rivivere i momenti belli e le emozioni positive, può trasformare completamente questa riflessione. Esprimere gratitudine non significa ignorare le difficoltà, ma riconoscere e apprezzare i piccoli momenti di gioia e connessione che hanno arricchito le giornate.
Dedica un tempo per soffermarti sui momenti di felicità che hanno illuminato la giornata di tutti, puoi scriverli e custodirli perché possano riscaldare il tuo sentire nei momenti sfidanti, restituirti forza e coraggio per rifiorire.
Costruisci il 2025 con speranza.
La speranza non deve essere mai perduta. Per il tuo caro che vive con demenza e per te che gli sei accanto. Grazie ai recenti studi scientifici sul tema della speranza, possiamo affermare che essa ha numerose potenzialità e può influenzare positivamente il nostro cervello e il nostro organismo.
La vita ci offre una gamma di esperienze, dalle gioie ai dolori, dagli eventi piacevoli a quelli spiacevoli. Può sorprenderci e allo stesso tempo deluderci. Ciò che ci rafforza in questo percorso sono i nostri desideri, le nostre motivazioni e le nostre esperienze.
Se vivi con la demenza non farti rubare la speranza – Harry Urban
Se riflettiamo per un momento, ci rendiamo conto che ciascuno di noi può avere nella propria vita quel “nonostante…”. Includiamo nel nostro “nonostante…” la fatica, il dolore, la delusione, la rabbia, la diagnosi, i sintomi evidenti e i limiti – tutto ciò che rappresenta un ostacolo o un problema. In questo modo, riconosciamo ciò che condiziona la nostra qualità di vita. Ma non fermiamoci qui. Seminiamo in questa affermazione il nostro desiderio e, di conseguenza, le nostre azioni. Abbiamo tre verbi straordinari a disposizione per costruire la nostra frase: “Nonostante, posso…”, “nonostante scelgo…”, “nonostante voglio…”.
Nonostante le sfide quotidiane, posso trovare momenti di gioia nelle piccole cose, scelgo di apprezzare un sorriso della persona amata, alla fine della giornata voglio portare l’attenzione ai momenti di tranquillità insieme.
Coltivare la speranza significa riconoscere e affrontare le sfide, ma anche vedere le opportunità per la crescita e il benessere. Incorporare il “nonostante” nella nostra vita quotidiana con un atteggiamento proattivo, può fare una grande differenza nel modo in cui affrontiamo la cura dei nostri cari con demenza.
Nuovi passi per rifiorire.
Guardando all’anno che sta per concludersi, è fondamentale riconoscere che, nonostante le sfide e le difficoltà incontrate, ci sono stati momenti di gioia e connessione da cui trarre forza. Ogni “nonostante” può diventare un’opportunità per coltivare speranza e resilienza. Anche nei momenti più difficili, si può trovare la Bellezza ed essere grati per le “piccole” cose e vittorie quotidiane.
La speranza non è solo un dono per noi stessi, ma anche per coloro che ci circondano. Il team dei felicitatori continuerà ad essere al tuo fianco, per costruire con speranza il 2025 con un nuovo percorso dedicato a te e al tuo caro. Perché il nuovo anno sia pieno di momenti di serenità e opportunità di rifiorire, con nuove risorse e strumenti per migliorare la qualità della vostra vita e delle vostre giornate.
Nonostante le sfide, possiamo… Nonostante le difficoltà, scegliamo… Nonostante tutto, vogliamo…
Insieme, possiamo far sì che il 2025 sia un anno di speranza e di forza.
APPROFONDIMENTI
- La gentilezza compassionevole
- Prendersi cura nella demenza: un balsamo per la sofferenza
- Come prepararsi a un nuovo inizio
- L’antidoto ai maltrattamenti si chiama Compassione
- C’è speranza nella demenza? Queste le parole di Harry Urban in un video con Letizia Espanoli: “Se vivi con la demenza non farti rubare la speranza“
- La teoria della Speranza: un arcobaleno nella testa, di di C.R. Snyder