Demenza: il bagno è d’obbligo?
Pensa all’ultimo bagno o doccia piacevoli che ti sei regalato. Forse era un bagno caldo per rilassarti, o alla fine di una giornata impegnativa. Oppure la doccia fresca che scegli di fare ogni mattina per vivere con energia la giornata. Ognuno ha le sue preferenze, il suo perché, i propri rituali. E forse il primo pensiero non corre alle esigenze igieniche. Ma per la persona che vive con demenza?
Qual è il pensiero che ci accompagna nell’offrire le pratiche igieniche al nostro caro che vive con demenza? Gli studi scientifici dimostrano che il momento del bagno è considerato uno dei compiti più stressanti e spiacevoli sia per coloro che offrono aiuto sia per la persona con demenza (Kovach e Meyer-Arnold, 1996) e che il processo del bagno crea alcuni dei più alti livelli di disagio fisico ed emotivo per le persone con demenza (Dunn et al., 2002).
Perché per me il bagno può rappresentare una vera sfida?
Gli anziani che necessitano di assistenza per fare il bagno spesso trovano questa attività impegnativa sia dal punto di vista fisico che emotivo, e lo stesso vale per chi ne ha cura. La ricerca ha identificato diversi fattori che contribuiscono a queste difficoltà, tra essi: dolore, affaticamento, debolezza, confusione e ansia. Quest’ultima può derivare dall’essere nudi di fronte ad altre persone, dalla paura di cadere e dall’essere in un ambiente non confortevole. Inoltre, il disagio può essere accentuato da zone fredde, correnti d’aria o getti d’acqua troppo forti.
Gli autori di questo articolo sostengono l’eliminazione di un bagno che si deve fare per forza. La ricerca supporta questo cambiamento nella filosofia e nella pratica, suggerendo che il bagno non dovrebbe essere visto come un compito da svolgere, ma piuttosto come un’interazione umana. Questo approccio mira a trasformare il momento del bagno in un’esperienza più serena e rispettosa per tutti.
Bagno, doccia o una parte del corpo alla volta?
Ripercorrere la storia di vita, le abitudini del proprio caro rispetto alla cura sé è fondamentale perché possa vivere con piacere il momento delle pratiche igieniche. Numerosi studi hanno raccomandato di personalizzare il modo in cui si propongono il bagno o la doccia. Ad esempio, offrendo la doccia rispetto al bagno di immersione (Miller, 1994).
Chiediti:
- Il mio caro era abituato a fare il bagno o la doccia? Oppure ha sempre avuto cura di sé lavando una parte del corpo alla volta?
- Quando faceva il bagno o la doccia di solito? La mattina? O il pomeriggio? Quante volte alla settimana o al giorno (magari come la sig.ra Ersilia quando rientrava dal lavoro nella vigna faceva una doccia rinfrescante per prepararsi al secondo lavoro e la sera si “lavava a pezzi”, e dedicava cura ai suoi lunghi capelli con l’acqua di ortiche e facendoli asciugare al sole il sabato mattina)?
- Faceva il bagno immergendosi in vasca?
- Riempiva prima la vasca e poi si immergeva? Oppure era abituata/o a entrare in vasca e poi apriva l’acqua regolando la temperatura? Fino a quale livello riempiva la vasca?
- Metteva del sapone in vasca? Utilizzava una spugna? Qual era il profumo del suo sapone preferito?
- Quale temperatura dell’acqua ora è gradita?
- Ora fa fatica ad entrare/uscire nella vasca da bagno?
- Quando faceva il bagno, lavava anche i capelli o ne aveva cura in un secondo momento?
- Se lavava i capelli in un momento di verso da quello del bagno o della doccia, andava dalla parrucchiera? Quante volte? Oppure li lavava al lavabo (inclinando la testa avanti o indietro)?
Quei dettagli importanti per me.
Abbiamo bisogno di porci tante domande sulle abitudini e sulle preferenze, contemplando comunque che possono cambiare nel tempo in risposta ai cambiamenti che la persona affronta e alle sue risorse presenti. Ora il proprio caro che vive con demenza potrebbe gradire una temperatura diversa dell’acqua, preferire la doccia al bagno, essere infastidito dal rumore del phon, dal getto dell’acqua che bagna la testa.
Sono dettagli fondamentali che ci aiutano a comprendere perché la persona con demenza potrebbe reagire al modo in cui viene offerto aiuto nella cura di sé e da osservare e ri-adattare per far sì che il momento dell’igiene, del bagno o della doccia possano essere ancora un’esperienza che dona benessere e piacevole sia per la persona con demenza sia per chi ne ha cura.
Devo proprio fare il bagno adesso?
Può darsi che il proprio caro abbia sempre fatto la doccia o il bagno il sabato nel tardo pomeriggio e che si è fatto di tutto per mantenere questo rituale importante. Ma arrivato il momento, proprio non vuole. Oppure, iniziato il bagno, non vuole proseguire.
Bisogna fermarsi. È importante chiedersi: deve proprio farlo oggi (magari perché così è stato programmato con la persona che viene a casa proprio per aiutarlo in questo)? E se rifiutasse perché “qualcosa non va” (potrebbe avere dolore? fame o sete o avesse il desiderio di altro prima…)? E se oggi proprio da me non volesse aiuto?
Sperimentati nel lasciare andare l’idea di dover eseguire un compito e a vivere in un altro modo la relazione. Evita di discutere o di far ragionare (da quanto tempo non fa la doccia o l’importanza di una buona igiene), con frasi infantilizzanti, o che possono farlo sentire a disagio o ferirlo (ad esempio dicendogli che ha un cattivo odore o che i suoi abiti sono sporchi).
Concediti un po’ di tempo per comprendere come il tuo caro si sente ora, e concedi un po’ di tempo anche al tuo caro. Proponi qualcosa di piacevole per voi da vivere insieme (il suo spuntino preferito, qualcosa che gradisce da bere, scopri il desiderio che ora ha per aiutarlo a realizzarlo). Prova dopo un momento a offrire di nuovo il bagno. Ogni giorno può essere diverso. E se proprio oggi non vuole, è meglio rimandare e cogliere il momento in cui il proprio caro è disponibile.
Rispetta la mia privacy e intimità.
Ciò che normalmente è un’attività solitaria e privata alla fine diventa più pubblica, richiedendo l’assistenza di altri per il suo completamento. (…) Per molti anziani con demenza per i quali è comune la perdita della capacità di comprendere le intenzioni degli altri o di esprimere desideri, il bagno sembra un abuso, forse persino una tortura, da sopportare per mano di altri. Per gli anziani che hanno una disabilità fisica o, il bagno non è più associato a immagini, sentimenti o significati amati e piacevoli. (L. K. Evans Infermiera, 2004).
Il momento delle pratiche igieniche è un momento molto delicato e intimo e le persone con demenza che possono vivere l’aiuto nel momento del bagno come una invasione della privacy.
Sperimenta nuove soluzioni che possono evitare di farmi sentire in imbarazzo.
In uno studio del 2004 gli operatori delle residenze per anziani sono stati incoraggiati a individuare quali situazioni innescano il comportamento reattivo delle persone con demenza e a sviluppare soluzioni creative. Ad esempio, se i residenti sembravano arrabbiati o imbarazzati nell’essere aiutati a svestirsi, hanno lasciato indossare degli indumenti leggeri anche sotto la doccia, e hanno prestato molta attenzione nell’evitare un’esposizione non necessaria. Per alcune persone rimanere avvolti in un asciugamano caldo, scoprendo solo la parte del corpo che stai lavando, o utilizzare sapone senza risciacquo, possono essere efficaci e graditi rispetto ad un bagno o una doccia tradizionali per tutto il corpo.
Gli studi hanno dimostrato che:
“la doccia incentrata sulla persona e il bagno con l’asciugamano rappresentano metodi sicuri ed efficaci per ridurre l’agitazione, l’aggressività e il disagio durante il bagno nelle persone con demenza” (F.D. Sloane ed al. 2004).
Le ricerche hanno rilevato una riduzione del 56% del comportamento aggressivo nei confronti dei caregiver, una riduzione del 62% dell’agitazione dei destinatari delle cure, una riduzione del 67% del disagio dei destinatari delle cure e una diminuzione del 38% della percentuale di tempo trascorso a fare il bagno piangendo o urlando.
Concentrati sulla relazione con me.
Gli studi dimostrano che concentrarsi sulla persona e sulla relazione piuttosto che sul compito riduce notevolmente il disagio e la resistenza alla cura.
Le ricerche hanno rilevato che gli assistenti che aiutavano con il bagno spesso si sentivano di fretta e frustrati, mentre le persone che venivano aiutate sentivano una perdita di controllo e si persino aggrediti. Assumendo il punto di vista della persona, gli operatori si sono resi conto che i comportamenti che avevano precedentemente etichettato come “aggressivi” o “resistenti”, erano spesso azioni difensive intraprese quando la persona si sentiva minacciata e ansiosa.
Comincia da ciò che il tuo caro ama condividere con te: la sua canzone preferita (prima e durante il bagno), preparare insieme l’occorrente, scegliere i vestiti da indossare, scaldare gli asciugamani, gustare una bevanda preferita, fare prima la colazione e successivamente la doccia, avere a disposizione nella stanza da bagno uno spuntino gradito e una tisana…
Il bagno lo faccio io.
L’indipendenza nella cura di sé è un importante fattore determinante la soddisfazione di vita nelle persone anziane (J. Cohen-Mansfield, B. Jensenb – 2005).
Fare il bagno richiede molti passaggi ed è un’esperienza impegnativa per una persona con demenza. Potrebbe non ricordarne la successione, ma può replicare i gesti che appartengono alla cura di sé. È importante che possa fare il più possibile da sola. Un’ampia percentuale di reattività si verifica come risposta al tocco o all’invasione dello spazio personale (Marx et al., 1989). Come ti sentiresti se qualcuno avvicinasse le mani senza conoscerne o comprenderne le intenzioni e cosa sta accadendo?
Condividi prima di ogni passaggio ciò che desideri proporre e chiedi sempre il permesso, coinvolgendo in tutto ciò che riguarda il tuo caro. Questo può evitargli di sentirsi spaventato o di provare ansia. Puoi anche provare a mostrare al tuo caro l’azione compiendola su te stessa/o (ad es. slacciare i bottoni della camicetta, passare la spugna sulle braccia, sentire la temperatura dell’acqua con la mano…).
Concedi tempo. Se necessario rimani accanto in modo discreto (ad esempio porgendo il sapone e voltandosi per preservare la privacy) e per fornire un aiuto gentile quando occorre. Questo permetterà di percepire di avere il controllo e migliorerà l’autostima.
Accompagnare il proprio caro nel vivere il momento della cura di sé allenandosi a trasformare un compito quotidiano in un momento speciale di connessione e cura, migliora la qualità della vita del tuo caro e crea serenità. In questo viaggio, ogni gesto gentile diventa un atto d’amore che illumina il cammino di entrambi.
APPROFONDIMENTI
- Consigli per vivere con serenità il momento delle pratiche igieniche
- Quando la persona di cui abbiamo cura ha la necessità di accogliere e dare significato al nostro sentire davanti ad un rifiuto e dal comportamento che lo esprime, questo articolo ti accompagna nell’avere cura delle tue emozioni
- Idee per una igiene felice
- Fai dell’ambiente il tuo alleato
- Avere cura con gentilezza: l’autonomia come chiave per il benessere
- Dalla pelle al cuore: il tocco gentile, strumento per vivere la relazione oltre le parole
Sleghiamo insieme la Buona Cura.
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