Se mi devo operare chi si prenderà cura di te? Le difficili scelte di un caregiver
All’interno delle famiglie può accadere che il caregiver si debba assentare per un breve periodo per subire un intervento chirurgico o sottoporsi a cure mediche, come possiamo fare in modo che questo non crei troppo disagio alla persona che convive con la demenza? Come possiamo fare in modo di far vivere questi istanti come opportunità per la persona malata e chi si prenderà cura di lei, senza caricare queste giornate di inutile fatica?
Se ad assentarsi è un marito o una moglie, l’ideale sarebbe che una figlia o una nuora, solitamente quella che affettivamente è più legata alla persona malata, quella che ha già sostituito in passato il coniuge, scegliesse di potersi trasferire temporaneamente nella casa del papà o della mamma per prendersi cura del genitore che convive con la demenza, dopo aver preso nota di tutti quei dettagli che consentono di vivere i momenti dell’igiene in serenità, o ancora quelle accortezze nell’offrire i pasti o quei riti che rendono ogni istante della loro vita magico.
Durante i molti anni di vita trascorsi insieme una coppia conosce nei dettagli la vita dell’altro ed è sicuramente facilitata nel cogliere i bisogni e i desideri del compagno rispetto a dei figli che sono usciti di casa e non hanno vissuto insieme quegli istanti speciali di vita contornati a volte di fatiche, di sofferenze, ma nonostante questo, ricchi di amore e complicità che nel tempo hanno permesso la creazione di relazioni speciali.
Se la casa dei genitori e troppo piccola per accogliere la figlia/la nuora con la famiglia, è importante che nella nuova casa che accoglierà temporaneamente la persona che convive con la demenza vengano trasferiti alcuni oggetti a lui cari, facendo in modo che possano trovare la stessa collocazione che avevano nella sua abitazione.
Penso alla fotografia del suo matrimonio sopra il mobile della cucina, al quadro della sacra famiglia ricevuto come regalo di nozze e appeso sopra il suo letto, alla sua sveglia sopra il comodino insieme alla sua lampada, alle sue lenzuola della dote ricamate ed il cuscino personale.
E’ anche molto importante fare in modo che la posizione del letto in cui dormirà sia uguale a quella di casa sua e possa inoltre avere il bagno vicino segnalato da una piccola luce accesa.
Fate in modo che possa avere la poltrona nella quale è abituato a riposare con il suo plaid preferito, tutti i suoi indumenti in particolar modo quelli che ama indossare di frequente, non dimenticate il suo sapone , il suo pettine, la tazza della colazione e la tazzina nella quale ama bere il caffè, cucinate il loro cibo preferito coinvolgendolo nella preparazione. Non modificate gli orari nei quali è abituato ad alzarsi o ad andare a letto.
Regalatevi dei momenti dedicati a donarvi gesti di affetto, dolci carezze, un leggero massaggio alla mano o anche semplicemente concedendovi di appoggiare la vostra testa sulla sua spalla mentre siete seduti sul divano.
E se coglierete nei suoi occhi degli istanti di tristezza chiamate al telefono la moglie/il marito perché possa sentire la sua voce, accompagnateli a trovarli se è possibile offrendogli l’opportunità di abbracciarli, saranno dei momenti speciali per entrambe nei quali riempire il cuore di emozione.
Giulia è la moglie di Giuseppe che da 5 anni convive con la demenza e ha bisogno di sottoporsi ad un intervento al ginocchio, ma continua a rinviare perché spaventata all’idea di affidare il marito ad una badante o ad una struttura residenziale in sua assenza , la coppia è senza figli.
Da quando la sig. Giulia ha partecipato al Laboratorio Sente-Mente ® ha scelto di chiedere ad una cara amica alla quale anche Giuseppe è affezionato, di aiutarla nelle faccende domestiche e di stare a volte insieme al marito mentre lei esce per fare la spesa o si regala un trattamento dal parrucchiere. Questa signora è entrata lentamente a far parte della famiglia, ha conosciuto attraverso i racconti di Giulia quello che lei stessa ha appreso durante gli incontri del Laboratorio e le abitudini di Giuseppe, 3 mesi fa si è presa cura di lui mentre Giulia ha potuto sottoporsi all’intervento chirurgico.
Il regalo più grande che Giulia mi ha raccontato di aver ricevuto al rientro a casa dal ricovero è stato l’abbraccio di Giuseppe accompagnato da queste parole: ”Oh sei qui…ti stavo aspettando”