La trascuratezza nella Cura è il germogliatoio dei maltrattamenti nelle Rsa

Quel muro rovinato, il carrello tenuto insieme da scotch, le pareti spoglie oppure piene di oggetti colmi di polvere, il magazzino di piano disorganizzato, l’anziano vestito con un maglione di un altro residente, quell’apparecchio acustico spento da giorni in attesa di qualcuno che cambi la batteria … sono solo alcuni di quei fantastici “eventi” che raccontano quanto l’accuratezza sia una cultura aziendale oppure solo una parola in una residenza per anziani che non sa più creare Cura.
Mal – trattamento. E se il suo contrario fosse proprio accuratezza, metterci tutto me stesso in ciò che sto facendo?
Se il “ben – trattamento” fosse qualcosa che non agisce solo “sulla carne del corpo”, ma qualcosa che arriva nel profondo dell’anziano fragile, li dove l’anima resterà viva fino al suo ultimo respiro, là in quella “carne del cuore”, insieme, per condividere il nostro esser-ci, in un destino comune? Anche se sembriamo con ruoli diversi, sappiamo che la relazione ci cambia, trasforma, arricchisce la nostra interiorità. Ecco allora l’accuratezza. Quel “fare con cura” che altro non può essere che un “essere presente a ciò che sto facendo con tutto me stesso”.
Per dirla tutta non amo affatto la parola “maltrattamento”: trattamento è un termine che racchiude l’oggettivizzazione della Cura (tratto l’emiplegia, la gastrite, il disturbo del comportamento) porta con sé anche un “trattare” (mercanteggiare), come se si potesse, nel processo di Cura venir meno, abbassare il livello.
Le organizzazioni sono il risultato delle scelte o non scelte compiute nel passato. Ogni cosa è iniziata nel pensiero di qualcuno (come gli aerei, la carta stampata, un sollevatore… un maltrattamento), ogni cosa migliorerà nel pensiero di qualcuno.
La Cura muore tra le labbra del professionista che dice “non ci sono risorse” di fronte alla persona accartocciata in un letto e si rigenera invece nella decisione di scegliere la sua musica preferita da accendere in alcuni momenti della giornata, di mettere una rosa sul comodino (anziché le flebo da fare, come se tutto fosse di proprietà dei professionisti), di mezz’ora dedicata dell’animatore alla figlia per insegnare come, un massaggio alla mano con un profumo gradito, possa creare serenità e una biochimica rilassante alla mamma.
Ecco allora il significato dell’Accuratezza, come espressione di un “esser-ci”. Io sono presente a me stesso mentre sono in relazione con te, capace di portare in questo istante tutto il mio “sapere”, ma anche il mio “essere”. Non dimenticare mai che tu non curi solo con ciò che sai, ma con ciò che sai. Ecco perché l’organizzazione che Cura diventa visibile, perché ha ragione la professoressa Mortari quando sottolinea che “ciò che tu fai, dice chi tu sei”
Goffman, nel suo saggio sulle istituzioni totali “Asylums”, ha dedicato un capitolo alla “carriera morale dell’internato”. Un libro che ci chiede di portare la consapevolezza sulla progressiva perdita di valore delle parole dei residenti quando non li si riconosce più come interlocutori morali, come persone. Tu diventi le parole che si usano per raccontarti: un problema, delle attività “residue”, un demente (se qualcuno te lo dice per strada è un’offesa), un aggressivo ( … e magari sono solo ore che hai dolore ma non hai parole per dirlo), un ospite (ed allora qualcuno di spiega chi è il padrone di casa?), qualcuno da “spostare” (ma non si spostano solo gli oggetti?), da “imboccare” (ma non si imboccano le oche?)… ecco allora che se le parole della cura diventano queste, è evidente che c’è un sistema che deve essere riscritto e le persone anziane, le persone con demenza hanno bisogno di altre parole per essere narrate.
L”amore non può più stare fuori dai cancelli e la relazione con la famiglia vale più di ogni terapia. Il “controllo sociale della famiglia e dei volontari” ha lasciato le residenze orfane ed il rischio lanciato da Amnesty International è reale ed è dietro l’angolo per tutti noi (Abbandonati).
Per parlare di questo e tanto altro ancora ti aspetto all’incontro di formazione riservato a chi come te ha a cuore la costruzione di un mondo socio sanitario migliore.