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  • Autunno: giornate che r-accolgono calma e pulsano di abitudini lente

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03 Nov

Autunno: giornate che r-accolgono calma e pulsano di abitudini lente

  • By Letizia Espanoli
  • In Blog, Sente-Mente®
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Renato ha sempre camminato molto, una volta non era certo come “di questi tempi” con tutte le comodità, anzi secondo lui sarebbe meglio tornare un po’ indietro nel tempo “sotto certi aspetti”: si facevano chilometri a piedi, per andare a scuola partiva da casa prestissimo e doveva percorrerne una ventina tra andata e ritorno, “tagliando per i sentieri” e se trovava un fungo, o un buon pezzo di legna lo portava a casa. Naturalmente il fungo se lo vedeva all’andata, lo nascondeva per bene, lasciava un piccolo segnale e al ritorno lo raccoglieva. Così gli avevano insegnato i suoi genitori: la natura in ogni stagione regala sempre qualcosa. Per Renato era bello “strada-facendo” cogliere “un frutto di bosco” e tornare con una sorpresa, le bocche da sfamare erano parecchie, sai che gioia un fazzoletto pieno di fragoline o di finferli?!

Quanta bellezza nel ciclo delle stagioni e di quanta ricchezza potremmo avvantaggiarci se solo riuscissimo a cogliere tutte le sfumature dei colori pieni saggezza delle persone che vivono con demenza. Gli adulti più anziani che hanno vissuto una connessione speciale con la natura seguendone il ritmo, possono sentire ancora profondamente quel legame con la terra, il “richiamo del bosco” come a Renato piace chiamarlo anche oggi. Renato ha un orologio, glielo aveva regalato la sua Serafina, lo tiene nel cassetto del comodino nella custodia originale, continua ad indossarlo “solo per la festa, a lei ho detto che avevo paura di rovinarlo mentre lavoravo in campagna, a cosa mi serviva? Per fare quello che facevo, mi alzavo alle prime luci e rientravo quando il sole scendeva. Quelli erano i miei orari e lei lo sapeva…e potevo anche perderlo, intanto che tagliavo la legna o davo ora alle mucche”.

L’autunno può ancora ispirare il pulsare della vita nelle persone con demenza. Questi mesi sono ricchi di colori, profumi, sapori e tradizioni, un tempo di calma e di raccolta.

Tornerà l’autunno, quello vero. La tazza di tè fumante, l’odore di castagne, le foglie stanche della stanchezza giusta, i compiti dei figli da finire, le malinconie che tornano da chissà dove e io che infilo un cappotto e vado a chiedere al cielo come sta.
Fabrizio Caramagna

  • Il cambio d’ora: Renato ci s-vela il segreto, continuare a seguire il ritmo della luce solare e, anche se gli piace il fresco, per uscire attende che la temperatura sia tiepida e si veste “a cipolla”. Coglie l’opportunità di fare passeggiate nel momento più caldo della mattina e del primo pomeriggio. Le uscite preferite sono quelle in cui lo accompagna sua nipote a sperimentare sempre qualcosa di speciale.
  • Le castagne: un sacco pieno, racconta Renato con gli occhi luccicanti battendo le mani sulle ginocchia. Per le sue passeggiate, oggi usa una sedia a rotelle, ma sua nipote lo accompagna ovunque. Lui teneva il sacco e le indicava quelle più grosse da raccogliere. Poi come le ha insegnato la nonna Serafina, gliele ha fatte bollire con le patate. Che bontà.
  • La merenda del contadino: per Renato non è una novità, ma è sempre una festa e motivo di allegria poter andare in un vecchia corte per apprezzare ed esprimere gratitudine per il raccolto e tanto lavoro fatto durante tutto l’anno. Una cena con tutte le prelibatezze. Come apri la porta, quei profumi ti mettono di buon umore…ed i buon appetito. E poi la musica: un po’ si canticchia, un po’ si ascolta, un po’ raggiunge le ossa scricchiolanti che hanno ancora voglia di muoversi.
  • Le zuppe: Renato le adora. La sua Serafina cucinava sulla stufa un minestrone che ancora se lo ricorda così perfettamente che arriccia il naso se il sapore non è proprio quello, si sofferma a sentirne prima l’odore e qualche volta chiude perfino gli occhi quando prende il primo cucchiaio. Ogni sera d’autunno e fino a primavera, una zuppa calda è ancora un rituale fondamentale che sia di zucca, di broccoli, di fagioli…e poi ci sono le verdure “messe via” durante l’estate, ogni pasto si cambia.
  • L’orto: sua nipote anche in autunno lo accompagna ad osservare qualche vicino che lavora nell’orto intento a raccogliere le ultime verdure o una zucca enorme; oppure passano tra i frutteti e si fermano a guardare la raccolta dell’uva o delle mele, pochi usano ancora le scale come faceva lui, “su e giù”, adesso hanno i carri raccolta “che roba”, e la maggior parte delle volte incontrano “persone gentili” che gli regalano un grappolo o qualche mela.
  • Riposo: Renato durante l’autunno e l’inverno si riposa un po’ di più, il suo corpo saggio sa che così recupera energie e poi potrà vivere al meglio le sue giornate. Gli piace stare lunghi momenti al caldo della stufa. Non sa più leggere, ma sua nipote gli lascia sempre dei giornali vicino alla poltrona, a volte li sfoglia. C’è sempre anche un cestino con dei vimini, una volta li intrecciava con maestria e diventavano dei gerli, o cestini. Di tanto in tanto prende qualche filo tra le mani e ci si mette d’impegno ed è sempre soddisfatto, sua nipote apprezza il suo lavoro…e se li mette nella stufa, lo ringrazia perché ha tenuto il fuoco acceso. È bello sentire il profumo dei vimini e farli scorrere tra le dita. E sulla stufa la nipote di Renato mette sempre una pentola di acqua, come faceva la Serafina. Così quando rientrano dalla passeggiata, anche se il fuoco si è spento, si può subito bere qualcosa di caldo…Renato preferirebbe ogni volta il vin brulé con po’ di pane e salame o formaggio e qualche volta lo preparano insieme, ma è buono anche il tè con un biscotto.
  • Contemplazione: Renato può trascorrere anche più di un’ora nel suo giardino, semplicemente sta lì a guardare, respirare, ad assorbire i raggi del sole, immerso nella natura, in contemplazione ad accogliere il cambiamento. Sua nipote ha sempre cura di fargli trovare sul tavolino qualche erba aromatica di stagione e quei profumi accarezzano le sue emozioni.
  • Halloween? Renato ha sempre tenuto un po’ alla larga le novità, ma ora con la demenza è perfino più predisposto “alle stranezze”, basta che poi la zucca gliela cucinano come gli piace. È anche divertente vedere i bis-nipoti con i loro amichetti vestiti da tarantole, certo togliere le ragnatele da casa diventa un po’ impegnativo, ma quelle in alto le toglie sua nipote e se i piccoli fanno troppo chiasso, li fa andare in giardino a correre.
  • Cadono le foglie: non è sempre tutto bello e allegro. Renato guarda fuori e sente. Sente che gli anni passano, che la sua Serafina gli manca e quando non la trova si avvilisce, si preoccupa, allora con sua nipote prendono un fiore, glielo portano e dicono una preghiera. Sente che il suo percorso di vita con la demenza lo sfida ogni giorno in qualche cosa, non sa come fare, cosa dire, come chiedere, vorrebbe sempre sua nipote accanto a lui e non Linda, per l’amor del cielo, una signora gentilissima. A volte rimane semplicemente in poltrona e guarda fuori ammirando e respirando il ciclo delle stagioni.

Lasciamo che siano le persone con demenza a condurci, possiamo seguire gli insegnamenti di Renato, proprio come sua nipote. L’autunno è la stagione che tradizionalmente è collegata all’essere. In questa stagione contempla l’opportunità di:

  • rallentare il ritmo delle attività
  • vivere un po’ più di tempo a casa dedicandoti a mettere ordine nel “caos”
  • entrare in contatto con te stessa/o
  • ricercare calore e riposo
  • avere cura della tua nutrizione
  • contemplare la natura e accogliere i cambiamenti

Accogli l’opportunità di questo momento di “crescita lenta” che invita a riconnettersi con il proprio ritmo interiore ed esprimere gratitudine per il raccolto. Pensa al tuo impegno come carepartner ed a ciò che ogni giorno fai accadere di bello e prezioso con il tuo caro, cogli i doni ricevuti nell’essere accanto, scrivi che cosa stai imparando da questa stagione e come il tuo caro ti sta insegnando a vivere l’autunno. Metti ordine nei tuoi progetti, identifica quali cose hai bisogno di lasciare andare per donarti nuovo spazio di possibilità, ringraziale e salutale, come gli alberi lasciano andare le foglie per dare vita ai nuovi germogli .

Così cadono le fronde intorno all’albero in autunno: esso non ne sa nulla, la pioggia lo bagna o lo colpisce il sole o il gelo, la vita gli si ritrae lentamente in uno spazio minimo e intimo. Esso non muore. Aspetta.
Hermann Hesse

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Letizia Espanoli
Esperta e formatrice di organizzazioni.

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