Quando il momento della terapia diventa una sfida, strategie per trasformare l’istante

Francesca è una figlia che con impegno e amore ha scelto di essere accanto alla sua mamma Claudia che vive con una diagnosi di Alzheimer da alcuni anni. “Mi sono accorta che la sua memoria iniziava a indebolirsi, ma ho iniziato a preoccuparmi seriamente quando ho trovato le sue pillole intatte nelle loro scatole per alcuni giorni consecutivi. Ho capito che aveva smesso di prendere le sue medicine, forse se ne dimenticava, non so, ma ora che sono io a ricordarglielo, quel momento può scatenare una lite non facile da superare”.
Prendere dei medicinali è, per la maggior parte delle persone anziane, una routine alla quale, magari anche da anni, sono abituati. Ne hanno interiorizzato l’importanza e, anche se vivono con una demenza, per molto tempo ancora possono ricordare di avere le “pillole” da prendere per la pressione, per il cuore o per altre condizioni particolari di salute per le quali sono state loro indicate.
Nel proprio percorso di vita con la malattia, la persona che vive con demenza potrebbe modificare il suo comportamento rispetto a questa ritualità, iniziando a non voler più prendere i farmaci con regolarità.
Possono esprimere il loro fermo volere dicendo di non volere le pastiglie, respingendo il carepartner quando offre i medicinali, a volte le pillole vengono masticate anziché deglutite o semplicemente mantenute a lungo in bocca per poi sputarle.
Ci si preoccupa, perché consapevoli che quei farmaci hanno una importanza rilevante per la sua salute. Si cerca allora di convincere la persona, innescando talvolta un circolo di tentativi e reazioni che conducono al conflitto ed al malessere di entrambi.
Come carepartner possiamo, invece di convincere, impegnarci a comprendere e ad accogliere quel comportamento come un messaggio che la persona sta cercando di inviarci con il suo linguaggio speciale. Poniamoci delle domande per comprendere il suo agire:
- È un comportamento occasionale o frequente?
- E se la pastiglia proposta fosse troppo grande per essere deglutita dalla persona?
- E se fossero troppi i medicinali proposti nello stesso momento?
- C’è un orario in cui sembra che, rispetto ad altri momenti, offrire i medicinali crea maggior disagio alla persona?
- C’è qualcosa che potrebbe creare dolore nel momento in cui sta prendendo la pastiglia (una piccola ferita all’interno della bocca, mal di denti, una infiammazione, mal di gola, dice che le pastiglie “si fermano qui” toccando con la mano un punto preciso del corpo, riferisce fatica nel digerirle, dice di sentirsi stanco dopo aver preso alcune compresse…)?
- E se ci fosse qualcosa nell’ambiente che procura un fastidio o disturbo alla persona?
- E se il farmaco avesse un sapore sgradevole?
- E se…?
Indossa i panni di “Sherlock Holmes” e valuta questi suggerimenti che potrebbero essere utili per vivere con serenità il momento in cui offri i medicinali al tuo caro:
- Rendi le pastiglie più semplici da deglutire: alcune compresse potrebbero essere troppo grandi e difficili da deglutire. Consulta il medico per valutare la possibilità di:
- sostituire la formulazione del farmaco in gocce anziché in pastiglie;
- tritare finemente la compressa: non tutte le pastiglie si possono triturare, alcune possono diventare meno efficaci. Eventualmente puoi trovare in farmacia dei dispositivi appositi per sminuzzare le pastiglie. Dopo aver trasformato la consistenza della/e compressa/e, incorpora il farmaco con qualcosa che sai essere molto gradito al tuo caro, un frullato di frutta, yogurt, miele integrale o un po’ di gelato…
- Consulta il medico di fiducia cogli l’opportunità perché venga valutata la necessità di proseguire con tutti i farmaci o se qualcuno può essere sospeso. Quando la persona prende farmaci da molto tempo ed osservi cambiamenti nel prenderli, può essere importante richiedere una rivalutazione approfondita.
- Crea un ambiente calmo e tranquillo. È fondamentale nel momento in cui offri i medicinali al tuo caro, creare un clima di serenità partendo da te stesso: fai dei respiri profondi e ritrova la calma dentro di te, se un pensiero depotenziante ti sta attraversando, ad esempio “prepariamoci alla lotta”, dedicati il tempo per trasformarlo chiedendoti “che cosa voglio fare accadere?”, “mi impegno perché questo momento sia sereno”. Se ti senti agitato, frustrato o arrabbiato, il tuo caro lo percepirà e rispecchierà le tue emozioni e potrebbe reagire alle tue proposte. Abbi cura di creare un ambiente in cui non ci siano suoni forti, confusione, radio o televisione con un volume alto, Piuttosto associa a questo momento una musica gradita. Lascia che la melodia scorra per qualche minuto lasciandole il tempo di indurre un senso di quiete.
- Spiegazioni complesse e dettagliate sul motivo e sull’importanza per i quali ha bisogno del farmaco potrebbero creare confusione al tuo caro. Considera le competenze cognitive presenti; ampie argomentazioni e ragionamenti complessi potrebbero rendergli difficile interpretare la logica delle tue spiegazioni, essere così causa di apprensione e ansia tanto da innescare comportamenti speciali. Concentrati su un “come” fatto di parole essenziali pronunciate con un tono di voce calmo, incontra il tuo caro nello sguardo e indossa il tuo più bel sorriso, condisci con gesti gentili (se al tuo caro fa piacere, puoi offrire una carezza o sostare per un po’ mano nella mano), non avere fretta, ma concediti un tempo riservato a vivere un momento che permetta di attivare in lui/lei i “neuroni specchio”: siediti di fronte a lui/lei e prendi il tuo farmaco (o un confetto colorato) nello stesso momento, accompagnando il gesto con la frase “è ora della nostra medicina” e porgendole la sua. Condividere questo momento vi renderà compagni di avventura. Permetti al tuo caro, quando ne ha ancora le capacità, di prendere in autonomia le compresse o le gocce, se ha bisogno del tuo aiuto informalo e chiedi sempre il permesso di potergliele offrire, mostra le compresse o le gocce che avrai disposto su un cucchiaino o, se sminuzzate e inserite in un cibo, comunicaglielo.
- Trova l’ora migliore della giornata. Nell’essere accanto al tuo caro avrai individuato quali sono, nell’arco della giornata, orari “buoni” e orari “meno buoni”. Osserva e tieni un diario per una o due settimane, contatta il tuo medico per valutare la possibilità di offrire le medicine nelle ore del giorno in cui hai notato che il tuo caro in genere è di buon umore o rilassato in modo da rendere questo momento meno impegnativo. Mantieni poi la nuova routine. La regolarità permetterà alla persona di creare una nuova abitudine. Può essere utile offrire le medicine mantenendo anche lo stesso luogo della casa, la sua poltrona preferita, lo stesso bicchiere colorato per l’acqua, quel “come” che si è rivelato magico per far accogliere al tuo caro le compresse. Alcune persone accolgono volentieri la proposta del farmaco dopo i pasti, mentre la loro attenzione è già ingaggiata nell’alimentarsi.
- Offri istanti di piacere: I medicinali hanno spesso un sapore amaro che può rimanere a lungo in bocca. Sarà piacevole assaporare insieme un cioccolatino (o qualcosa di buono e gradito) dopo aver preso le medicine. Una meritata ricompensa all’impegno di entrambi, il tuo e la persona della quale hai cura. Una ricompensa che nel tempo rinforza un’abitudine: dopo la medicina l’appagamento con qualcosa di goloso.
- Non insistere, riprova dopo un po’: a volte nessuno stratagemma pare funzionare ma non scoraggiarti. Lascia il tuo caro un po’ tranquillo, ritrova anche tu la calma e dopo 10/15 minuti rifai un nuovo tentativo.
Considera inoltre che potrebbero esserci ulteriori motivi che creano disagio al tuo caro: ad esempio potrebbe provare confusione trovandosi davanti un gran numero di scatole o flaconi. Predisponi solo le pillole da offrire in quel momento, a volte è meglio proporne solo una alla volta.
Tieni sempre presente che “avere cura” di una persona non è un’attività fatta di azioni prestabilite da compiere con modalità rigorose. Una cura attenta presuppone la messa in campo della tua creatività, quella che ti consente di modellare ogni singolo gesto “su misura” per il tuo caro. Scatenare la capacità di cercare soluzioni fluide in situazioni impegnative stagnanti è possibile quando scegli di portare l’attenzione al tuo sentire che ti suggerisce bisogni e desideri della persona di cui hai cura e creare momenti che li rispettino.