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  • Demenza e rifiuto del cibo: esploriamo ipotesi e possibilità

Letizia Espanoli

13 Mag

Demenza e rifiuto del cibo: esploriamo ipotesi e possibilità

  • By Anna Gaburri
  • In Letizia Espanoli
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Demenza e rifiuto del cibo: esploriamo ipotesi e possibilità

Avere cura ed essere accanto a una persona con demenza è un percorso ricco di sfide, emozioni e momenti di grande responsabilità. Tra questi, il rifiuto del cibo da parte della persona di cui hai cura rappresenta spesso una delle situazioni più delicate che possono attivare una serie di paure.

Forse i tuoi timori riguardano la preoccupazione che ci possano essere conseguenze per la sua salute, come malnutrizione, disidratazione o perdita di peso, indicando un peggioramento delle sue condizioni.

A volte il rifiuto del cibo può sollevare in te delle emozioni come un senso di impotenza o un senso di colpa pensando di non fare abbastanza per garantire il benessere del tuo caro.

Questa situazione può influenzare anche la dinamica della vostra relazione se i pasti si trasformano in momenti di conflitto e tensione aumentando lo stress per entrambi. Le tue preoccupazioni sono comprensibili e possono avere un impatto significativo sul tuo benessere emotivo e fisico.

Perché la persona con demenza rifiuta il cibo?

Il rifiuto del cibo può essere causato da diversi fattori, spesso interconnessi tra loro. Conoscere le possibili cause ti aiuterà a capire meglio cosa sta succedendo e a trovare risposte efficaci.

Calo di appetito transitorio.

Se si tratta di un calo dell’appetito transitorio, considera che può essere legato semplicemente a fattori fisiologici, come un malessere temporaneo o anche al cambiamento stagionale che può influire sulle abitudini alimentari e sullo stato d’animo del tuo familiare. Per alcune persone, la transizione tra le stagioni può portare a una diminuzione dell’appetito, legata a variazioni nella temperatura, nella luce solare e nei livelli di attività fisica. Una riduzione del movimento fisico comporta un calo del fabbisogno energetico.

Osserva il comportamento.

Se il rifiuto del cibo si protrae, allora è bene imparare ad osservare con attenzione il comportamento del tuo caro, specialmente se ha perso la capacità di esprimersi verbalmente e non può riferirti in modo comprensibile quello che prova. Ricorda che ogni comportamento è, per te che sei accanto, un messaggio da decifrare, un linguaggio da interpretare. Il comportamento del tuo caro spesso è l’unica modalità che ha a disposizione per comunicarti qualche disagio, qualcosa che lo disturba, qualcosa che non va. È fondamentale allora porsi degli interrogativi che possono orientarti verso risposte possibili.

Poniti alcune domande.

  • La persona di cui hai cura potrebbe avere problemi fisici legati al rifiuto del cibo?

Ad esempio, un dolore dentale o infiammazioni della mucosa orale con afte che sono piccole lesioni dolorose che compaiono all’interno della bocca. Si possono manifestare sulla parte interna delle guance, sulle labbra, sulla lingua, sul palato morbido o alla base delle gengive. Possono essere molto fastidiose e dolorose, rendendo difficile mangiare, bere e anche parlare.

Può anche essere una protesi dentale da modificare, perché non più adeguata alla conformazione dei suoi tessuti e che quindi provoca lesioni gengivali.

Osserva la lingua: è molto infiammata o “impastata” al punto da rendere difficoltosa la deglutizione? Anche una lingua molto asciutta può ostacolare l’assunzione di cibo. Considera che questa situazione può essere legata ad una disidratazione quindi chiediti se il tuo caro beve a sufficienza nel corso della giornata, ma può anche essere un effetto collaterale di alcuni farmaci.

  • La stitichezza può portare al rifiuto del cibo?

La stitichezza può influire notevolmente sull’appetito. Il disagio e la sensazione di pienezza associati alla stitichezza possono portare la persona a rifiutare il cibo. Inoltre, la stitichezza può causare dolori addominali che rendono spiacevole l’idea di mangiare. È quindi importante monitorare la regolarità intestinale del tuo caro e assicurarsi che stia assumendo una dieta ricca di fibre e che beva abbastanza acqua.

  • Il rifiuto del cibo è improvviso?

Un rifiuto del cibo che subentra in modo repentino, può talora essere legato a stati patologici quali infezioni delle vie urinarie o delle vie respiratorie anche in assenza di febbre. Parlarne con il medico è sicuramente indicato.

Altre possibili cause di rifiuto del cibo da parte della persona con demenza.

Se escludi la possibilità che possano esserci delle ragioni fisiche che magari determinano malessere generale o dolore, puoi considerare altri aspetti. La confusione o la perdita di memoria possono rendere difficile per la persona capire quando è il momento di mangiare o riconoscere il cibo.

I cambiamenti nella percezione e il rifiuto del cibo.

Le alterazioni percettive della persona con demenza possono influire sull’appetito e portare al rifiuto del cibo. La percezione del gusto, dell’olfatto e della vista può modificarsi, rendendo l’esperienza alimentare meno piacevole o addirittura confusa. Ad esempio, la persona potrebbe percepire i sapori in modo alterato, trovando che il cibo abbia un gusto sgradevole o diverso da quello che ricordava. Oppure potrebbe avere difficoltà a riconoscere i cibi o a identificarli correttamente, sperimentando ansia o disorientamento durante i pasti.

Inoltre, i cambiamenti percettivi della vista possono rendere il cibo visivamente meno attraente. La persona può vedere i colori in modo diverso o avere difficoltà a distinguere tra i diversi alimenti sul piatto. A questo riguardo è bene tenere presente la regola del “contrasto”: ovvero fare in modo che gli alimenti presenti creino un contrasto di colore con il piatto, per far sì che la persona ne percepisca più facilmente il contenuto e venga attirata la sua attenzione.

La consistenza dei cibi e il rifiuto del cibo.

Com’è il pasto che le viene offerto? A volte, se la persona necessita di alimenti frullati, vi è la tendenza a mettere tutto insieme creando un impasto di un colore decisamente poco stuzzicante. Se il tuo caro necessita di questa consistenza, ti suggerisco di dividere gli alimenti mantenendo colori e sapori ben distinti tra loro invitando anche la persona ad apprezzarne l’aspetto e il profumo.  Scegli sapori che le sono graditi.

L’ambiente in cui si vive il momento dei pasti.

Presta attenzione all’ambiente in cui la persona è invitata a gustare il suo pasto. È sola nella sua stanza, viene accompagnata a tavola con la famiglia? Che cosa desidera?  Quali abitudini e ritualità sono per lei legate al momento del pasto? Vi è un eccesso di stimoli nell’ambiente, come la tv o la radio accesa, o persone che parlano contemporaneamente? Un ambiente rumoroso può rendere il momento del pasto stressante e sgradevole. Assicurati che il luogo in cui la persona vive il momento dei pasti sia il più calmo possibile. Questo aiuta a ridurre lo stress e permette alla persona di concentrarsi, assaporare e vivere la convivialità del pasto con serenità.

Lo stato emotivo può influenzare l’appetito.

Un ulteriore aspetto da considerare è lo stato emotivo della persona: ansia o tristezza possono influenzare l’appetito e il desiderio di mangiare e questa è un’esperienza che senz’altro ognuno di noi ha sperimentato. È importante rispettare i suoi bisogni emotivi e non insistere. Insistere può aumentare l’ansia o la frustrazione, rendendo più difficile il momento del pasto e potenzialmente peggiorando il suo stato emotivo. Prima di offrire il pasto, prenditi un momento per riconoscere e accogliere l’emozione che la persona sta vivendo. Accompagnarla con empatia, senza cercare subito di cambiare la situazione, può aiutare a ridurre la tensione e creare un ambiente più rassicurante.

Sperimenta allora queste strategie per vivere il momento del pasto in modo più sereno:

  • crea un ambiente rilassato, assicurati che il luogo in cui si mangia sia tranquillo e confortevole, riducendo distrazioni e rumori;
  • offri piccole porzioni: offrire grandi porzioni può essere scoraggiante quando vi è un calo dell’appetito;
  • proponi una varietà di cibi e presenta il pasto in modo attraente, sperimentando diversi colori e presentazioni;
  • includi nei pasti i suoi cibi preferiti;
  • se possibile coinvolgi la persona nella preparazione dei pasti, questo può aumentare il suo interesse verso il cibo;
  • sii paziente e comprensivo rispettando tempi e desideri della persona. se rifiuta il cibo, non forzarla ma attendi qualche minuto e riproponilo con gentilezza;
  • non legarti eccessivamente all’orario dei pasti, può essere che la persona in quel momento non avverta la fame. Puoi offrirle il pasto anche nel pomeriggio se è il momento migliore per lei;
  • assicurati che la persona beva a sufficienza, a volte la disidratazione può essere scambiata per mancanza di appetito, offri l’idratazione regolarmente.

Se il rifiuto del cibo è persistente o se sospetti la presenza di dolore o problemi di natura fisica, consulta un medico per ricevere consigli specifici.

Ricorda che ogni persona è unica e le sue esigenze alimentari possono variare con il tempo. Ascoltare e osservare attentamente può fornire indizi preziosi su come migliorare l’esperienza del pasto. Adattare le strategie alle preferenze e ai bisogni individuali contribuisce a creare un ambiente più armonioso e favorevole all’alimentazione.

 


 

APPROFONDIMENTI

  • Cosa fare quando rifiuta il cibo? A caccia di ipotesi
  • Non mangia più da solo. Cosa posso fare?
  • Alzheimer e cibo: come nutrire l’energia vitale per far pulsare la vita?
  • Stitichezza nella demenza: come affrontarla?
  • Idee per affrontare la stipsi per la persona che vive con demenza
  • Creare un pasto equilibrato per le persone con demenza
Tags:#disturbidelcomportamento#sentemente#sentementefamiglie
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Anna Gaburri

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