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  • Bellezza Terapeutica come scintilla di possibilità nelle residenze per anziani che accolgono persone che vivono con la demenza

Letizia Espanoli

15 Ago

Bellezza Terapeutica come scintilla di possibilità nelle residenze per anziani che accolgono persone che vivono con la demenza

  • By Letizia Espanoli
  • In Letizia Espanoli
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La comunità scientifica non ha dubbi. “Il bello rinforza la nostra salute, cambia i nostri rapporti, trasforma la nostra etica” suggerisce il prof. Piero Ferrucci. “La bellezza non può essere un accessorio, perché essa è energia vitale come l’ossigeno, il cibo, il sonno, l’amore”

La bellezza disintegra lo stereotipo e toglie la vecchiaia dallo stigma della fatica, dal corpo accartocciato, dal “non capisce più niente” e ci scuote, ci ispira a tirare fuori il nostro meglio nel processo di Cura”

“Tutti hanno necessità vitale di ricevere cura e di aver cura” scrive la dott.ssa Mortari.

Far fiorire la Bellezza nelle residenze per anziani è un modo per aver cura della Relazione Umana e della sua costante fioritura, senza la quale la vita non si potrebbe realizzare nella sua pienezza fino al suo ultimo respiro.

Grazie agli studi delle neuroimmagini(PET, risonanza etc.) è possibile identificare quali siano le aree del cervello che “reagiscono” alla Bellezza e come reagiscono. La rivista Australasian Science ha chiesto al Prof. SemirZeki (docente di Neuroestetica presso il Dipartimento di biologia cellulare e dello sviluppo della University College di Londra) quale sia il funzionamento dei neuroni che sottendono alla percezione della “Bellezza”

Dall’estratto della sua intervista emerge che:

Non tutti sono d’accordo su cosa sia bello, ma tutti quando sperimentano la Bellezza attivano la corteccia mediale orbitofrontale(area che si attiva anche quando si vivono esperienze gratificanti).

In un recente studio i ricercatori hanno esaminato 21 partecipanti di diversa provenienza etnica e culturale. Hanno chiesto ai soggetti di definire una serie di dipinti o pezzi musicali come “bello”, “indifferente” o “brutto”. Tutti e 21 i soggetti sono stati poi messi in uno scanner per risonanza magnetica funzionale per guardare le immagini o ascoltare la musica. I ricercatori hanno misurato l’attività dei loro cervelli.

Il professor SemirZeki del Laboratorio Wellcome di neurobiologia presso l’University College di Londra nel Regno Unito, insieme al suo collega dott. TomohiroIshizu, hanno scoperto che la corteccia mediale orbitofrontale, che gli esperti definiscono il centro del cervello del piacere e della soddisfazione, mostrava un’attività più intensa nei cervelli dei partecipanti che ascoltavano musica o guardavano immagini che avevano già definito belle.

Sebbene studi precedenti associassero la corteccia mediale orbitofrontaleall’apprezzamento della bellezza, questo recente studio ha dimostrato come la stessa area del cervello viene attivata sia per la bellezza visiva che per quella uditiva negli stessi soggetti.
E questo cosa avrebbe a che fare con le residenze per anziani?
LO SQUALLORE E NON LA PERSONALIZZAZIONE DEGLI SPAZI «COSTANO CARI»
Non dobbiamo dimenticare che:
  • lo squallore e il disordine esterno «richiamano» lo squallore interno
  • le mura delle nostre strutture raccontano «storie»
  • lo squallore disintegra la «cura» e l’ «accuratezza»
  • lo squallore genera ambienti a «rischio» perché è considerato un «fattore sentinella» per i maltrattamenti verbali e fisici
  • lo squallore insinua nella famiglia l’idea di una «cura» frastagliata
  • lo squallore si accompagna spesso a «odori» malsani per i residenti, lo staff e i famigliari

IDEE DA «LA BELLEZZA DELL’ANIMA» DEL PROF. PIERO FERRUCCI

  • Il bello rinforza la nostra salute, stimola la nostra intelligenza, cambia i nostri rapporti e trasforma la nostra etica
  • La bellezza non può essere un accessorio poiché essa è un bisogno vitale come l’ossigeno, il cibo, il sonno, l’amore
  • Incontrare la bellezza è come aprire una porta, varchiamo la soglia e uno scenario nuovo, più vasto e appassionante di quello al quale siamo abituati ci aspetta
  • La vita senza Bellezza è la dimenticanza del nostro bisogno vitale

La Bellezza è il passaporto per la Vita anche nelle residenze per anziani, è l’antidoto alla tristezza, alla monotonia. La costruzione condivisa della Bellezza intorno a noi porta la nostra psiche a ricercare la Bellezza dentro noi stessi e dentro le persone di cui ci prendiamo cura riuscendo cosi a passare da una organizzazione centrata sulla Malattia e le Cure a una organizzazione centrata sulle Persone. Ma ancora la Bellezza disintegra lo stereotipo (stereos è duro, typos è impronta) e toglie la vecchiaia dallo stigma della fatica, del corpo accartocciato, dal «non capisce niente» e ci scuote. Aiuta lo staff a  rinnovarsi e cercare continuamente il miglioramento. E’ l’antidoto alla routine e diventa oggi il miglior antidoto ai maltrattamenti

Nel 1995 usciva sul New England Journal of Medicine un articolo di Horsburgh dal titolo Healing by design che, nel suo passo più significativo, affermava che «Medical care cannot be separated from the buildings in which it is delivered. The quality of space in such buildings affects the outcome of medical care, and architectural design is thus an important part of the healing process».

Il primo studio sperimentale condotto in questa direzione fu sviluppato da Roger Ulrich che osservò i processi di guarigione di pazienti chirurgici collocati in stanze di degenza con differenti condizioni ambientali: i pazienti collocati nelle camere che potevano godere della vista sulla natura venivano dimessi percentualmente prima dei pazienti ospitati nelle camere che affacciavano su un muro di mattoni .

Si trattava del primo passo verso un approccio alla progettazione e alla gestione degli organismi ospedalieri che, oltre a mettere al centro il paziente o – in maniera più corretta e ampia – l’utente, lo considerava un soggetto interagente non solo con le terapie e i trattamenti, ma anche con l’ambiente ospedaliero che lo circondava.

Un ambiente fatto prevalentemente di spazi, ma anche di percezioni, relazioni e rapporti sociali.

Abbiamo chiesto a un gruppo di persone che vivono con la demenza cosa fosse per loro la Bellezza e le loro risposte sono state stupefacenti:

“Ciò che è meraviglioso”

“La tranquillità che hanno le donne”

“La Bellezza dell’Anima” 

“È sempre contro la tristezza”

“Guarda in terra e in cielo ed è tutto uno”

“La Bellezza è come un’adorazione”

“La vita e il cibo”

Dobbiamo creare all’interno della nostra struttura un’equipe che sia capace di approfondire ricerche, studi e che diventi capace di analizzare gli spazi e dare loro un’anima (una vocazione chiara).

Per Sente-mente ® questo è un tassello importante per la creazione di una mentalità capace di proattività, bellezza e cambiamento. E’ proprio all’interno di questo viaggio che abbiamo ideato e già più volte realizzato l’esperienza del Foto Day, una giornata insieme a Paola Giaretta (critica di fotografia e felicitatrice del Sente-mente ® modello) per cogliere istanti di bellezza, bagliori negli occhi e restituirli allo staff ed alle famiglie, rendendo “vive” le mura.

Se vuoi vedere la prima  realizzazione puoi andare a visitare la Comunità Blu presso l’Opera Pia Raggio di Sole a Barbarano Vicentino (VI)

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Letizia Espanoli
Esperta e formatrice di organizzazioni.

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