Alzheimer: consigli pratici per la cura dell’igiene personale.

Anche stamattina la sveglia di Sofia è suonata alle 5. Si alza frettolosamente, il suo desiderio sarebbe di rimanere sotto le coperte ancora per un po’. Ogni giorno è sempre più difficile alzarsi, la stanchezza accumulata nelle ultime settimane ed il pensiero, che a volte le dà la nausea, di passare dai suoi genitori prima di andare al lavoro. Alle 6 in punto infila la chiave nella toppa, fa un profondo respiro e apre la porta. Mentre appoggia la borsa e si toglie la giacca sente la mamma che, come ogni mattina, battibecca con il marito. La voglia di girare i tacchi ed andarsene arriva forte, raccoglie tutte le energie e non cede. Si avvicina alla camera da letto dei suoi genitori e si sofferma qualche istante sulla porta a guardarli. Un brivido le percorre la schiena pensando alla situazione che stanno vivendo ora. Li guarda e una lacrima le riga il volto. Non sono vecchi, ma la malattia li fa sembrare davvero così. Marco il suo papà è già vestito. Ogni notte si alza e indossa gli indumenti che, con fatica, sua moglie gli ha fatto togliere la sera prima. Maria non ci vede molto bene e spesso la sera non nota che la camicia ha qualche macchia ed i pantaloni pure. Sofia, da quando Marco ha iniziato a manifestare disturbi del comportamento, tutte le mattine viene ad aiutare la mamma a lavarlo, a cambiarlo e prepararlo per fare colazione. E’ molto presto ma alle 7.30 deve partire per essere in ufficio puntuale alle 8 ed il tempo corre veloce. Ed è così che inizia la sua “lotta” quotidiana.
La mente è sempre pronta a voler capire e spiegare. Sentiamo continuamente il bisogno di dare “significato” a ciò che accade intorno a noi. Quando entriamo nei paesaggi della demenza nulla di ciò che diamo per scontato lo è più. Ogni istante assume forme diverse, scatena emozioni e comportamenti inattesi, diversi, nuovi. Curare l’igiene personale di una persona che vive con la demenza innesca talvolta quelli che comunemente vengono definiti disturbi del comportamento. I carepartners possono vivere la resistenza all’assistenza del proprio caro come una lotta impari, perché dettata dall’idea che la cultura ci propone della malattia.
Abbiamo bisogno di allenare la curiosità e l’entusiasmo per cogliere in ogni istante le possibilità.
Convincere un anziano, anche quando con-vive con la demenza, a lavarsi è impegnativo per i carepartners e anche per le persone che si prendono cura di loro come le badanti o gli assistenti domiciliari. Anche se ti sembra che accada solo a te devi sapere che invece è un evento molto comune. Sei preoccupato che un’igiene scarsa o non effettuata correttamente possa scatenare l’insorgere di infezioni della pelle, prurito, fino alla comparsa di forte e sgradevole odore corporeo. E anche quando, dopo mille tentativi, l’hai convinto a lavarsi egli si arrabbia perché vuoi fargli indossare biancheria e abiti puliti.
Ecco alcuni consigli pratici per convincere la persona che ami a curare l’igiene personale e l’abbigliamento:
- Il tuo caro deve proprio lavarsi e cambiarsi d’abito tutti i giorni?
La domanda che potrebbe essere utile porci è: ma il mio papà, nella sua vita, come era abituato a lavarsi e cambiarsi? Se per moltissimi anni per lui il rituale del bagno era rigorosamente messo in atto il sabato pomeriggio, sarà difficile convincerlo a lavarsi il martedì mattina alle 7 e un quarto. Magari non era nemmeno abituato a fare il bidet, ma la sera, rientrato dal lavoro, si lavava “a pezzi” con una spugnetta e la saponetta. Gli abiti li cambiava solo se visibilmente sporchi, e non per una macchiolina del sugo caduto sulla camicia a quadri che, se non guardi proprio bene, nemmeno si vede. Una corretta igiene personale non necessariamente passa attraverso il bagno o la doccia quotidiani, sono abitudini moderne, così come non sono un elemento essenziale per il benessere. Infatti, per evitare problemi di salute li possiamo fare un paio di volte la settimana. Ciò che è importante è mantenere il lavarsi “a pezzi” utilizzando salviette calde per pulire le ascelle, le parti intime, i piedi e le pieghe della pelle. Ciò ci permetterà di rimuovere lo sporco e anche odori sgradevoli. Ove sia possibile mantenere le abitudini precedenti limiterà resistenza e discussioni. Alcune condizioni di salute potrebbero richiedere una frequenza quotidiana ed in questo caso sarà utile individuare un orario nel quale il nostro papà è più tranquillo o far seguire il bagno ad un’attività che lo coinvolge e lo gratifica.
- E’ proprio necessario usare acqua corrente per lavarsi?
Tenendo presenti le abitudini di una vita, potrebbe accadere che il nostro papà sia infastidito dall’immergersi nell’acqua della vasca o dal getto della doccia. Chi vive con la demenza può percepire in modo esasperato le sensazioni che l’acqua procura al contatto con la sua pelle. Il getto dell’acqua potrebbe essere vissuto come un’aggressione, così come la sensazione di insicurezza nell’entrare in vasca o nella doccia per la paura di scivolare. La paura di scivolare può essere esacerbata da eventuali difficoltà motorie. Il consiglio in questo caso è di porre un tappetino antiscivolo sul fondo della vasca o nel piatto della doccia prima di aprire l’acqua, avendo l’accortezza di fargli sentire la superfice sicura. Se l’acqua corrente non è assolutamente gradita si può optare per l’utilizzo di salviette insaponate e di una brocca con l’acqua calda per il risciacquo. Nel caso in cui nemmeno questa modalità sia gradita si possono utilizzare delle salviette imbevute, che si trovano facilmente al supermercato, precedentemente riscaldate nel microonde o su un termosifone. Per il lavaggio dei capelli si possono utilizzare delle cuffie monouso che, riscaldate, offrono un’igiene accurata senza utilizzare acqua. In alternativa si possono usare schiume o shampoo a secco da applicare sui capelli.
La gentilezza dei gesti di cura durante il bagno, una stanza calda e accogliente, una musica gradevole, un’illuminazione non troppo forte, ed un dolce massaggio sulla schiena, sulle braccia e sulle gambe, faranno sentire la persona che amiamo come in una “spa” e quello che finora abbiamo chiamato bagno potrebbe diventare il “tempo della spa”.
- L’igiene intima: importante per prevenire le infezioni alle vie urinarie.
Potrebbe rappresentare la situazione con la maggiore resistenza. Per un adulto mostrare le proprie parti intime ai propri familiari diventa motivo di grande imbarazzo. Per questo la persona di cui ti prendi cura potrebbe rifiutare il tuo aiuto, diventare oppositiva scatenando comportamenti speciali. Cosa puoi fare? Coinvolgilo il più possibile a lavarsi da solo, mima i gesti in modo che egli possa ripeterli rispecchiandoli, ed evita di posare il tuo sguardo sulla sua intimità. Se anche tu sei imbarazzato egli lo sentirà e aumenterà la sua sensazione di disagio.
Usa sempre un rinforzo positivo nelle tue parole, sorridi e concentra la conversazione su qualcosa di bello che farete insieme dopo: la colazione con i suoi biscotti preferiti, un’attività che vi piace fare assieme… Nel tempo quest’approccio sarà associato a qualcosa di piacevole e bello.
- Rifiuta di cambiarsi? Esploriamo alcune possibili cause.
La capacità di giudizio e la memoria, alterati dalla malattia, possono portare il tuo caro a dimenticarsi di essersi cambiato d’abito una settimana fa, così come potrebbe essere convinto di averlo fatto solo il giorno prima. I suoi sensi potrebbero essere indeboliti e quindi non sentire gli odori o vedere macchie di piccole dimensioni sui vestiti. La sua sensazione sarà quella di sentirsi pulito e quindi insistere nel voler indossare vestiti ormai sporchi e puzzolenti. La famigliarità di indossare sempre gli stessi abiti, talvolta anche i loro odori, possono offrirgli quella routine che da sicurezza. Anche le difficoltà che gli impediscono di ricordare le corrette sequenze per vestirsi e svestirsi, qualche difficoltà nei movimenti per farlo o dolori alle articolazioni di gambe e braccia, possono essere alla base della “lotta quotidiana” per lavarsi e cambiarsi.
Prendersi cura di una persona in casa rappresenta una sfida impegnativa per ogni carepartners. Allenare la capacità di comprendere perché si agita, urla, si arrabbia, fugge e talvolta ti aggredisce, non ha bisogno di focalizzarsi sul significato che ha per te il suo comportamento. Il tuo caro non vive di significati, vive di esperienze. Se porti la tua attenzione a fargli vivere momenti piacevoli e coinvolgenti avrai trovato la “chiave” che apre la porta alle possibilità.
Venerdì 26 febbario 2021 dalle 18.00 alle 18.30 i felicitatori esperti del Sente-mente® modello apriranno l’aula della Scuola di Formazione Permanente per Carepartners. Se desideri approfondire questo ed altri argomenti a te cari entra nell’aula in Zoom da questo link:
https://us02web.zoom.us/j/83473584151?pwd=VURxVHNKQ0lqVzY0SXZxVWw5MXhqQT09, ID riunione: 834 7358 4151 e Passcode: 308132.
Articolo scritto in collaborazione con Giorgina Saccaro, Felicitatrice Master del Sente-mente® modello.
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