A Bologna soffia il vento delle Possibilità
DEMENZA, LA VITA NON FINISCE CON LA DIAGNOSI.
BOLOGNA SPERIMENTA IL PROGETTO “SENTE-MENTE ® ORGANIZZAZIONE ”
Bologna sperimenterà il progetto con 5 gestori di case per anziani: Cooperativa Sociale Elleuno (CRA Virgo Fidelis), Beata Vergine delle Grazie, Istituto Sant’Anna e Santa Caterina, Cooperativa Sollievo, ASP Villa Rodriguez.
Il progetto coinvolgerà all’inizio più di 500 operatori, oltre 600 persone anziane e oltre 1.000 famiglie.
Un progetto innovativo, rivolto ai residenti, ai professionisti ed alle famiglie delle persone accolte presso 5 residenze per anziani di Bologna
“Sente-Mente®” è un progetto capace di attivare nuove e più efficaci azioni di cura nelle organizzazioni che prestano servizi sociosanitari, con l’obiettivo di “allenare” chi assiste il malato (i familiari stessi) a uscire dal senso di impotenza che una diagnosi di demenza inevitabilmente genera.
Nato da un’intuizione di Letizia Espanoli, formatrice nel settore socio sanitario e con 30 anni di esperienza nell’ambito della demenza, e supportato da un comitato scientifico, “Sente-Mente®” ha l’obiettivo di aiutare le persone e le organizzazioni socio sanitarie a uscire dallo stato di impotenza, grazie a un metodo capace di creare benessere sia per la persona residente, sia verso coloro che a vario titolo sono coinvolti nel processo di assistenza e cura
Il punto di partenza è il superamento del modello “De-mente” in favore di quello “Sente-mente”: se con il primo si fa riferimento alla perdita della mente, focalizzando l’attenzione su ciò che si è perso con la malattia, con il secondo si fa rifermento a ciò che resta della persona, cioè la capacità di provare emozioni e di “sentire” quelle degli altri, come dimostrano recenti studi scientifici che ribadiscono l’importanza delle emozioni nelle persone affette da demenza, in particolare lo studio “Emozioni senza memoria” delinea che, nonostante il deterioramento cognitivo, la sfera emozionale non subisce alterazioni.
Per “Sente-Mente®” la vita di un individuo, dunque, non finisce con la diagnosi di demenza. La sua sfera emozionale permane. Per gli operatori e per i familiari che li assistono si aprono allora nuove possibilità di azione e di relazione con la persona ammalata, con aumento del benessere reciproco.
“C’ è una forza all’interno di Sente-mente â capace di indignazione profonda per il modello socio sanitario esistente, quello che “ciabatta” dentro a metodiche stantie, a prassi abituali. Quello che ha distrutto la Speranza nel cuore delle persone che con-vivono con la malattia, seminato l’impotenza tra le famiglie e creato la disumanizzazione in molti servizi socio sanitari, dipingendo la de-menza come fine terrificante delle possibilità dell’esistenza. Veloce a “porre l’etichetta” della diagnosi e bradipo nel costruire per-corsi capaci di traghettare malati, famigliari e operatori, fuori dall’impotenza”
(Letizia Espanoli – tratto da #lavitanonfinisceconladiagnosi – Edito da Letizia Espanoli Edizioni)
In pratica, oltre la malattia esistono ancora l’individuo, la sua bellezza interiore e le sue possibilità. Se la persona affetta da demenza non riconosce l’operatore che la assiste tutti i giorni o il familiare con cui vive, avverte però le loro emozioni, che allora possono diventare un ponte per stabilire un contatto e generare benessere. Da qui, la necessità di adottare una nuova visione della persona malata e di applicare nuovi metodi e strumenti nel processo di assistenza e cura.
Il modello è sostenuto da 7 pilastri di elevato spessore scientifico che, interiorizzati dal personale delle organizzazione, dalle famiglie e dai caregiver, permetteranno di aumentare la loro capacità di affrontare le complessità derivanti dalla patologia e nel contempo, migliorare il benessere fisico e psicologico della persone di cui si prendono cura. I sette pilastri sono: la vita non finisce con la diagnosi; dal corpo alla mente, dalla mente al corpo; con-tatto; gli studi di Heart Math® e la neuro cardiologia; psicologia positiva; risata terapeutica; lettura innovativa del disturbo del comportamento. Insomma, accogliere, abbracciare e trasformare le emozioni personali e altrui diventa il nuovo paradigma che prende il posto delle “distanze terapeutiche”.
Attivare un nuovo modo di intendere l’assistenza richiede un intervento su tutti i processi organizzativi. Per questo il progetto Sente-Mente® ha una durata triennale. Oltre ai momenti specifici per gli operatori, sono previsti incontri e laboratori aperti a tutti, per diffondere una sempre più efficace cultura comportamentale nella relazione con la persona fragile.
Il progetto “Sente-Mente®” sarà illustrato alla cittadinanza bolognese nella giornata di mercoledì 21 febbraio: appuntamento dalle 18.30 all’interno della parrocchia di San Giovanni Bosco in via B. Maria Dal Monte n. 12.
“ … Ebbene il problema e’ posto: le persone affette da demenza non possono più sopportare modelli di cura violenti (nelle parole e nei modi) come quelli usati dalla maggior parte delle strutture, le famiglie non possono più vivere la demenza come un ladro di affetti e un devastatore di quotidianità, gli operatori, sfiniti di fronte a comportamenti che non comprendono (i “disturbi del comportamento”) diventeranno sempre più incapaci e violenti continuando a fare quello che stanno facendo. La strada verso il burn out, la demotivazione, la fatica e’ tracciata. A tutti noi, operatori ricercatori, creare nuove possibilità” (Letizia Espanoli – tratto da “De-mente? No! Sente-mente edito da Maggioli Editore)