Non so come far trascorrere il Tempo alle persone con demenza: la semplicità è la strada per creare attività di valore
Mi alzo questa mattina sentendo risuonare nella mente oltre alla sveglia, la lunga lista di cose da fare. Mio papà dorme, è stata una notte sfidante in cui l’ho accompagnato in bagno più volte. Ora riposa e tra un’ora arriverà la professionista dell’assistenza domiciliare per offrirgli il momento del bagno. I pensieri corrono al fare: dovrò svegliarlo, proporgli la colazione prima di prendere le medicine e spiegargli che è il giorno del bagno. Come farò? Ma poi mi chiedo: cosa voglio far accadere? Voglio costruire un’altra giornata speciale. Scelgo di fare dei profondi respiri per mettere a tacere la mente e lasciarlo riposare ancora. Intanto preparo il caffè ed un bel vassoio con pane e marmellata di mele cotogne che amiamo e che abbiamo preparato, come ogni anno, insieme. Mi fa paura fargli usare il coltello, ma è sempre stato il mio papà a dare il primo taglio, quest’anno ho scelto di chiedergli di insegnarmi in modo che fossi io ad utilizzarlo e lui a guidarmi. Era così felice. Ora entro in camera, apro le persiane e gli accarezzo il volto. Apre gli occhi e sosto in quello sguardo che mi permette di entrare nel suo mondo. “Felice giorno, beviamo al caldo il caffè questa mattina?”, gli chiedo mostrandogli la tazzina. Mi metto nel letto al suo fianco e appoggio il mio capo sulla sua spalla. Mi porge il pane e condividiamo l’istante. Papà cosa ti piacerebbe fare insieme oggi? Cosa ne pensi se mi aiuti con la spesa dopo aver comprato il giornale? Tra poco arriva una ragazza ad aiutarmi per prepararci prima di uscire, sarebbe bello dato il suo aiuto fare il bagno e cambiare i vestiti. Scegliamoli insieme. E se durante il bagno gli facessimo sentire la tua canzone preferita?
La semplicità ci dona ogni giorno l’opportunità di collezionare istanti felici per creare luce per i nostri cari e alleggerire le nostre fatiche della mente e del corpo. Ecco come può trovare spazio nella quotidianità:
- Scelgo di parlare al mio caro che vive con demenza con quei gesti d’amore che gli facciano sentire di essere accolto e compreso, senza tentare di portarlo alla mia realtà, con calma, rispettando i suoi tempi, senza che sia io ad imporre un’attività, ma tuffandomi nel suo mondo a partire dall’incontro con i suoi occhi.
- Sperimento un modo diverso per vivere insieme un momento della quotidianità, ad esempio contemplando la possibilità di sostenere il proprio caro nell’avere cura di sé provvedendo all’igiene corpo una parte alla volta, quando non desidera la doccia o il bagno.
- Offro la possibilità di impegnarsi in un’attività alla volta, lasciando che il tempo si possa dilatare ed accogliendo le pause che servono per nutrire l’energia.
- Rendo semplice anche l’esistenza di emozioni che possono essere spiacevoli, ma degne di esistere, accogliendo il pianto, la malinconia…restando accanto in ascolto.
- Ho nel cuore in ogni istante che la persona a cui sono accanto è il mio papà/la mia mamma/il mio compagno di vita ed io sono suo figlia/o o moglie e scelgo di mantenere vivo il suo Essere. Io ho bisogno del mio papà e lui ha bisogno di esserlo.
- Scelgo di usare frasi semplici e di accogliere i suoi bisogni e desideri.
- Scelgo di far guidare la nostra giornata dalle abitudini o di scegliere elementi della sua storia che possano fargli sentire che sono accanto a lui/lei.
- Rendo l’ambiente semplice per le sue possibilità di movimento: una maniglia nella doccia o accanto al letto per aiutarlo a stare in piedi in equilibrio mentre si lava o si veste, mentre io sono accanto, il comodino con l’acqua sempre a sua disposizione. Aggiungo un cestino al girello in modo che possa avere sempre con sé i propri effetti personali, una borsa, un sacchetto della spesa, il giornale… porgo il braccio per camminare insieme.
- Se il mio caro vuole uscire senza giacchetto, contemplo la possibilità di portare la sua giacca sotto braccio e appena avrà avvertito che la temperatura si è abbassata o raccontandogli le sensazioni che io provo, accoglierà il cappotto che gli porgerò, con berretto e sciarpa.
- Scelgo di rispettare le attività che ama ancora svolgere rendendole possibili.
- In ogni occasione anche quando il mio caro mi chiama ad accogliere il proprio rifiuto, evito di chiedere “perché?”: mi fermo, osservo e mi chiedo come poter rendere tutto più semplice ed essenziale.
- Scelgo l’autenticità quando mi sento stanco o ho bisogno del suo ascolto, della sua attesa prima di rispondere ad un bisogno.
Vivete la semplicità come via per costruire insieme la felicità: la persona che vive con demenza ci chiede di abbandonare la complessità e ci conduce verso ciò che è davvero importante, a percorrere la strada verso l’essenza. Con loro, i nostri Maestri di Vita, si apre anche per noi l’occasione di lasciar andare il significato delle cose per accogliere quel sentire che arricchisce la Vita.