Scatena la forza del contagio emotivo positivo a scuola
Costruire la Felicità Interna Lorda a scuola richiede di sviluppare un’abilità fondamentale, quella del contagio emozionale positivo. Perché è così importante? Perché le emozioni “passano” tra le persone, sono trasmissibili e tale trasmissione avviene a livello inconsapevole e spontaneo.
Infatti gli studi scientifici ci dicono che se noi trascorriamo tempo con persone che sperimentano determinati stati emotivi interiori, saremo naturalmente portati a vivere le stesse emozioni, che si tratti di emozioni piacevoli o spiacevoli. In altre parole, stare con una persona agitata ci agita. Stare con una persona frustrata, insoddisfatta e arrabbiata crea in noi lo spazio per far crescere la rabbia, la frustrazione e l’insoddisfazione. Stare con una persona triste ci porta verso la tristezza.
Questo fatto è stato evidenziato in diversi ambiti di ricerca, tra cui quello neurologico con il meccanismo dei neuroni specchio, ma anche dal punto di vista della psicologia e delle neuroscienze sociali, facendo riferimento sia al concetto di empatia, che allo studio dei comportamenti e delle dinamiche prosociali.
Nel suo libro “L’intelligenza emotiva”, Daniel Goleman lo definisce come uno “scambio emotivo, spesso impercettibile, che avviene in una continua interazione reciproca di tipo sotterraneo.” il contagio emotivo è quindi un sentimento di altri che ci contagia, come se si trattasse di un virus sociale. Per di più durante il contagio emotivo non c’è né consapevolezza, né distinzione chiara tra i vissuti delle persone che sono coinvolte.
Tutto ciò vale ancora di più nel caso di bambini e ragazzi, i quali dimostrano una maggiore sensibilità e capacità nel sentire ciò che un’altra persona sta provando, sincronizzandosi in modo automatico e involontario anche con le sue espressioni facciali, vocali e posturali, convergendo emotivamente verso di essa.
Ecco che, come accade per il fumo passivo, possiamo raccogliere anche lo stress e la negatività degli altri. I ricercatori Howard Friedman e Ronald Riggio dell’Università della California, Riverside hanno scoperto che se qualcuno nel tuo campo visivo è ansioso e altamente espressivo – verbalmente o non verbalmente – c’ è un’alta probabilità che anche tu proverai quelle emozioni, influenzando negativamente anche le prestazioni del tuo cervello. Se siamo stressati, quasi sempre i nostri figli ad esempio, assorbono il nostro stress e reagiscono ad esso. Ma lo stesso vale anche per i nostri alunni.
Come scrive Carl Gustav Jung “i bambini vengono educati da quello che gli adulti sono e non dai loro discorsi”. Ovvero i bambini e ragazzi imparano prima da ciò che siamo, poi da ciò che facciamo e da ciò che vivono con tutti i loro sensi insieme a noi, al di là di ciò che diciamo.
Allora comprendiamo bene quanto può essere preziosa la capacità di un insegnante di coltivare un vissuto interiore positivo e sereno, suscettibile di favorire un equilibrio emotivo funzionale all’apprendimento e al benessere degli alunni.
Prima di entrare in classe, riflettiamo dunque a come ci sentiamo, anche ponendoci questa semplice domanda: come mi sento io adesso, in questo momento? Quale vissuto emotivo mi anima e sto portando nella relazione che vado a costruire con un mio alunno, la sua famiglia?
Una domanda fondamentale, perché solo quando sceglierò di assumere pienamente la responsabilità del mio stato d’animo, potrò imparare ad entrare nella relazione educativa in maniera consapevole, e magari con uno stato di contagio emotivo positivo e costruttivo. Diversamente trasferirò ad i miei interlocutori, esattamente lo stato emotivo che sto vivendo, anche se diventa un ostacolo per il mio agire educativo.
Aumentare la nostra consapevolezza emotiva passa attraverso unallenamento alla flessibilità emotiva, per navigare il mare delle nostre emozioni. Diventare consapevole del nostro stato emotivo interiore e attivare il superpotere del contagio emotivo significa contemplare l’idea di essere strumento stesso della relazione educativa e allenare la resilienza.
Possiamo aumentare la nostra resilienza ogni volta che ci impegniamo a cambiare la narrazione interiore ed il nostro modo di interpretare gli eventi che accadono, in modo che risultino a nostro favore; nel senso che ne cogliamo l’insegnamento e l’opportunità di crescita.
Possiamo anche sviluppare questa preziosa abilità, scegliendo di portare l’attenzione sulle cose belle che la vita ci dona, nonostante le sfide e le complessità che incontriamo sul nostro cammino. Oppure ancora, imparando ad accogliere e trasformare le emozioni spiacevoli che ci attraversano in nuova energia al servizio del benessere individuale e collettivo.
Ecco allora che costruire più Felicità Interna Lorda a scuola passa attraverso coltivare quelle emozioni piacevoli che ci permetteranno di entrare in relazione con la parte più bella di noi stessi, accendendo l’entusiasmo e la passione nel cuore di bambini e ragazzi, per poi costruire una didattica sostenuta da queste stesse emozioni potenzianti, in modo da stimolare e accompagnare un apprendimento efficace. Una didattica del sorriso, della gioia e del buon umore.
Quali possono essere le emozioni piacevoli sulle quali focalizzarsi a scuola per nutrire di bellezza e umanità la relazione educativa? Dal punto di vista della psicologia positiva applicata al mondo della scuola, promuovere alcune abilità e competenze emotive possono produrre un impatto significativo nella qualità di vita emotiva e nel processo di apprendimento di un alunno e di un intero gruppo classe.
Una di queste competenze è la gentilezza, intesa come la capacità di creare un clima educativo di accoglienza, apertura e ascolto. La Gentilezza è innata ma necessita di essere risvegliata e rispolverata continuamente attraverso un allenamento costante, fino a diventare un vero e proprio stile di vita, integrato nello stile educativo.
È decisamente stimolante immaginare di costruire e progettare una programmazione educativa integrata nella quotidianità della didattica, che possa prevedere un allenamento continuo alla Gentilezza.
Lo possiamo far accadere attraverso la creazione e l’implementazione di alcune routine del benessere, che ci consentono ad esempio di coltivare insieme a bambini e ragazzi uno spazio di ascolto dedicato ad accogliere e trasformare le emozioni spiacevoli e a far fiorire quelle positive.
L’idea che ogni docente possa scegliere e progettare come prendersi cura del clima educativo in classe e nella relazione con i singoli alunni, apre la strada alla creazione di alcune abitudini del benessere da praticare a scuola con l’obiettivo di vivere come gruppo classe, alcuni momenti speciali in cui coltivare consapevolmente emozioni piacevoli. Il nostro cervello, secondo il principio della neuroplasticità, apprende attraverso la ripetizione di comportamenti e azioni, a piccoli passi, e necessita di essere accompagnato con costanza e determinazione verso il cambiamento.
Accompagnare gli alunni a rendersi conto del proprio vissuto emotivo ad esempio, è una strategia capace di favorire un senso di ascolto, che può prendere la forma di una routine del benessere funzionale alla costruzione di un clima positivo e aperto verso l’apprendimento.
Una routine del benessere in cui viene data la possibilità agli alunni di esprimere il loro vissuto emotivo all’inizio della giornata, oppure prima di una verifica ad esempio, – invitandoli a fermarsi, prendere qualche respiro consapevole e porsi la domanda: come mi sento? – corrisponde ad un atto educativo e di cura di grande valore.
Perché? Perché racchiude già dentro di sé dei valori che possono fare la differenza nella vita di un alunno. Perché fare questa domanda con interesse sincero, significa prima di tutto disponibilità all’ascolto, dimostra che esiste il desiderio di esser-ci ed essere accanto alla persona, comprendere quello che sta vivendo perché viene al primo posto la persona, ancor prima della didattica.
Se portato con intenzionalità e consapevolezza, offrire questo spazio di ascolto consente di accogliere tre aspirazioni profonde radicate nel cuore di ogni essere umano, ancora di più in un contesto di apprendimento.
- sentire di essere visto per chi sono, senza etichette limitanti; e magari anche essere sognato per i miei talenti e le mie potenzialità
- sapere e sentire che io conto ai tuoi occhi, per te che sei l’adulto di riferimento ed una figura significativa per il mio futuro
- essere rassicurato sul fatto che ho la possibilità di esprimermi e che sono apprezzato perché valgo
Ecco il messaggio che possiamo far arrivare al cuore di un bambino con questa semplice domanda. E tu? Come inserisci l’ascolto del vissuto emotivo dei tuoi alunni nelle tue giornate a scuola? Se ti va, condividi la tua esperienza nei commenti, saremo entusiasti di leggerti.
Nel prossimo articolo approfondiremo alcune tra le capacità emotiva oggetto di numerose ricerche e studi scientifici, straordinarie dal punto di vista degli effetti che possono generare rispetto al benessere sia a livello individuale che di gruppo, in un contesto organizzativo di vita scolastica.
Nel frattempo puoi visionare il live condotto da Letizia Espanoli, da Gabriella Vetrali e da Lydia Dali sulla Felicità Interna Lorda a Scuola: un’ora intensa di riflessioni innovative e da condividere con i tuoi colleghi:
#lydia_felicitatrice